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Voluntary bis, il Fisco stana gli 'irriducibili' in Lussemburgo e Svizzera

2/22/2017 | Stefano Massarotto - Facchini Rossi Soci

L'Agenzia è pronta a inviare le prime richieste di assistenza fiscale amministrativa, individuali e di gruppo


Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha dichiarato che farà partire entro le prossime settimane le prime richieste di assistenza fiscale amministrativa (individuali e di gruppo) in Lussemburgo e Svizzera, probabilmente anche per dare una maggior spinta ad una Voluntary Disclosure 2.0 che sembra non decollare.

 

Ma cosa comporterà nella pratica l’invio di queste richieste? Sicuramente i contribuenti con assets all’estero in illecito valutario e fiscale sono ad oggi ad altissimo rischio di intercettazione da parte dell’Amministrazione fiscale italiana che già nel corso del 2015 e del 2016 ha provveduto ad estendere con i Paesi c.d. black list la rete di accordi che consentono un effettivo scambio amministrativo di informazioni fiscali secondo l’art. 26 del Modello OCSE.

 

Sarà quindi possibile presentare sia richieste individuali che “group request”, ovverosia richieste di informazioni che riguardano una pluralità di contribuenti, identificati individualmente oppure tramite un modello di comportamento atto a rivelare violazioni della normativa fiscale. L’amministrazione finanziaria potrebbe quindi scovare quei contribuenti che detengono (o detenevano) investimenti finanziari o patrimoniali in paesi non collaborativi ma che non hanno aderito alla prima edizione della procedura di Voluntary Disclosure.

 

Ma il Fisco ha anche un’arma in più per coloro che, come espediente per sottrarsi alla procedura di regolarizzazione, hanno – anche solo fittiziamente – trasferito la residenza in paesi black list. Una norma della Finanziaria 2017 impone difatti ai Comuni di inviare all’Agenzia delle Entrate gli elenchi dei cittadini italiani iscritti all’AIRE al fine di elaborare liste selettive di controllo per accertare l’esistenza di assets non dichiarati. E anche questi individui potranno quindi essere oggetto di scambio di informazioni con gli Stati esteri.

 

Insomma la procedura di Voluntary Disclosure potrebbe essere una scelta più obbligata che volontaria!

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