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Intermediari e pianificazione fiscale: la trasparenza imposta dall’Unione Europea

6/28/2017 | Stefano Massarotto - Facchini Rossi Soci

La Commissione Europea ha presentato nei giorni scorsi una proposta legislativa diretta a rafforzare i controlli sulle attività inedite di pianificatori e consulenti fiscali.


Recenti casi di cronaca come i Panama Papers hanno contribuito a far emergere il modo con cui taluni intermediari (i.e. banche, avvocati, commercialisti, consulenti finanziari ecc.) avrebbero assistito società e persone fisiche, di solito mediante complessi sistemi di pianificazione fiscale cross – border, con l’intento di sottrarsi al fisco.

Proprio a questo riguardo la Commissione Europea ha presentato nei giorni scorsi una proposta legislativa diretta a rafforzare la trasparenza fiscale in Europa tramite controlli sulle attività inedite di pianificatori e consulenti fiscali.

Le misure al vaglio della Commissione faranno sì che d’ora in poi, i sistemi di pianificazione transfrontalieri caratterizzati da particolari “elementi distintivi” (i.e. ricorso alle perdite per ridurre il debito di imposta, uso di speciali regimi fiscali favorevoli o di meccanismi che si avvalgono di paesi che non rispettano le norme internazionali di buona governance)  – e che possono comportare perdite di gettito per i governi – debbano essere automaticamente comunicati alle autorità fiscali nazionali prima di essere utilizzati.

La proposta, che si presenta come un amendment alla direttiva 2011/16/EU sulla cooperazione amministrativa, dovrebbe entrare in vigore dal 1 gennaio 2019 e, a partire da tale data, gli Stati membri avranno l’obbligo di scambiarsi le informazioni ogni tre mesi.

Un passo in avanti alla lotta all’evasione fiscale internazionale che merita di essere attentamente monitorata nei prossimi mesi.

Recenti casi di cronaca come i Panama Papers hanno contribuito a far emergere il modo con cui taluni intermediari (i.e. banche, avvocati, commercialisti, consulenti finanziari ecc.) avrebbero assistito società e persone fisiche, di solito mediante complessi sistemi di pianificazione fiscale cross – border, con l’intento di sottrarsi al fisco.

Proprio a questo riguardo la Commissione Europea ha presentato nei giorni scorsi una proposta legislativa diretta a rafforzare la trasparenza fiscale in Europa tramite controlli sulle attività inedite di pianificatori e consulenti fiscali.

Le misure al vaglio della Commissione faranno sì che d’ora in poi, i sistemi di pianificazione transfrontalieri caratterizzati da particolari “elementi distintivi” (i.e. ricorso alle perdite per ridurre il debito di imposta, uso di speciali regimi fiscali favorevoli o di meccanismi che si avvalgono di paesi che non rispettano le norme internazionali di buona governance)  – e che possono comportare perdite di gettito per i governi – debbano essere automaticamente comunicati alle autorità fiscali nazionali prima di essere utilizzati.

La proposta, che si presenta come un amendment alla direttiva 2011/16/EU sulla cooperazione amministrativa, dovrebbe entrare in vigore dal 1 gennaio 2019 e, a partire da tale data, gli Stati membri avranno l’obbligo di scambiarsi le informazioni ogni tre mesi.

Un passo in avanti alla lotta all’evasione fiscale internazionale che merita di essere attentamente monitorata nei prossimi mesi.

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