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Trabattoni (Kairos): "Il 'Trump trade' perde vigore. Focus sul voto francese"

4/5/2017 | Massimo Trabattoni (*)

I mercati iniziano a mettere in discussione la capacità di portare avanti le riforme annunciate dalla nuova amministrazione Usa. Il voto francese e i pir possono far affluire nuovi capitali sull'Italia


Piazza Affari guadagna il 5,8% da inizio anno, perfettamente in linea con le performance dello Euro stoxx 50. Ma se si allarga lo sguardo agli ultimi anni, il divario da recuperare è ancora ampio e - come sosteniamo da qualche mese - i settori favoriti per il 2017 restano quelli ciclici: finanziari, energia, industriali.

 

C'è però un elemento di novità emerso soprattutto nelle ultime settimane: il "Trump trade" sta perdendo vigore e viene messa in discussione in modo più esplicito la capacità della nuova amministrazione Usa di concretizzare le riforme annunciate. Una delle conseguenze più evidenti è l'appiattimento della curva dei tassi americani, che ha favorito un recupero di alcuni temi d'investimento, pensiamo alle utilities: sulla parte italiana ed europea, diversi nomi - ad esempio Snam e Terna - sono tornati sui massimi, anche se con una forza relativa inferiore rispetto a quella di un anno fa: non caso, in termini relativi, hanno sottoperformato il mercato di quasi 20 punti.

 

Nel frattempo, i dati sull'andamento dei prezzi al consumo in Italia e in Eurozona segnalano un rallentamento. Da un certo punto di vista, questo favorisce la prosecuzione di un atteggiamento più morbido da parte della Banca Centrale Europea e rende forse meno urgente il dibattito sulla riduzione dello stimolo monetario. Onestamente, però, io sono tra coloro che preferirebbero archiviare il prima possibile l'epoca delle politiche ultraespansive, fatte di tassi negativi e maxi programmi di acquisto. Basti pensare al logoramento subito dalle banche nella componente rappresentata dai margini d'interesse. In ogni caso, credo che sia un errore guardare al singolo dato. Meglio focalizzarsi sul trend e quello relativo alla reflazione pare una tendenza inarrestabile.

 

Intanto, a meno di tre settimane dal primo turno delle presidenziali francesi, la tensione sembra essere progressivamente rientrata. Mi aspetto che dal voto del 23 aprile al ballottaggio, previsto il 7 di maggio, si possa verificare un aumento della volatilità, legato a un consolidamento delle prese di profitto. Ma poi, se le elezioni dovessero portare Emmanuel Macron alla guida del Paese, come sembrano suggerire i sondaggi, potrebbe rappresentare un fattore di innesco per l'afflusso di nuovi capitali verso l'Eurozona, e quindi anche verso l'Italia.

 

Qualcosa inizia a muoversi anche sul fronte dei Pir, i Piani individuali di risparmio introdotti dal Regolatore con l'ultima Legge di Stabilità. Sono convinto che avranno un notevole successo, perché favoriranno l'emerge di una tipologia di risparmiatore che non è esistita fino ad oggi in Italia: quella degli investitori di medio-lungo termine. È indispensabile però che chi si avvicina a questi strumenti lo faccia inquadrando le prospettive di guadagno nel corretto orizzonte di riferimento.

 

(*) Responsabile azionario Italia di Kairos

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