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Orologi, la caduta degli dei svizzeri

8/24/2016

In un anno le esportazioni del settore sono crollate del 14,2%, con picchi del 32,7% a Hong Kong e del 27,8% in Francia.


Non c'è tregua per il mondo degli orologi svizzeri che deve ancora fare i conti con un crollo delle esportazioni. La conferma è arrivata dal dato di luglio diffuso il 23 agosto dalla Federazione dell'industria svizzera degli orologi che parla di un calo significativo delle esportazioni anno su anno del 14,2%. 

 

"A segnare la maggiore debacle è la piazza cinese con Hong Kong in perdita del 32,7% (diciottesimo mese consecutivo in calo per la regione asiatica)" spiega Yann Quelenn, analista di Swissquote che sottolinea, però, anche la debacle in Europa dove le cose non vanno meglio "con la Francia che fa segnare -27,8% (una discesa certamente imputabile anche ai timori e alle angosce crescenti a seguito degli ultimi attentati terroristici), è indubbio che sia proprio il trend asiatico quello che preoccupa maggiormente i produttori elvetici, colpito duramente dalle recenti misure che regolano in maniera più severa la politica delle regalie" continua Quelenn.  E a soffrire non sono le fasce di prezzo basse, ovvero il mondo degli orologi al di sotto dei 200 franchi, ma anche le fasce alte, quelle sopra i 3000 franchi.

 

"La principale ragione per cui la domanda di orologi è calata in tale misura è sicuramente riconducibile alla supervalutazione del franco svizzero, tanto che è molto difficile riuscire a prevedere una sua ripresa finchè la moneta rimane così alta" spiega l'analista di Swissquote. "D’altra parte, le pressioni in vendita sull’euro non possono certo considerarsi terminate in quanto gli investitori si attendono nuovi stimoli dalla Bce, senza considerare il fatto che anche il rallentamento economico cinese potrebbe rivelarsi peggiore del previsto".

 

Ma il bicchiere non è solo mezzo vuoto: "la bilancia commerciale svizzera rimane ancora molto positiva per quanto si sia ridotta a 3,55 a 2,93 miliardi di franchi" conclude Quelenn. "In altre parole, ciò significa che la situazione è ampiamente sotto controllo e importare un po’ di inflazione potrebbe rivelarsi una soluzione vincente, per quanto possa comportare un sacrificio per le esportazioni. Con sempre maggiori prove dei danni provocati dal Super-franco all’economia domestica, non possiamo che aspettarci ulteriori pressioni sulla BNS affichè provveda a tenere sotto controllo l’apprezzamento della moneta. Per quanto la banca centrale svizzera abbia già esaurito la gran parte delle misure di politica monetaria a sua disposizione".

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