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Gestore della settimana: "Ecco perché sono long sulle materie prime"

5/16/2016

AdvisorOnline.it ha intervistato Paul Casson, gestore del fondo Artemis Pan European Absolute Return


Proteggere il capitale quando la volatilità è molto elevata e guadagnare nelle fasi di rialzo. "Il segreto? Comprare e vendere al momento giusto. Cosa non facile, ma è quello che cerchiamo di fare ogni giorno" spiega ad AdvisorOnline.it Paul Casson (nella foto), gestore del fondo Artemis Pan European Absolute Return.


Nei primi mesi dell’anno le Borse che hanno sofferto di più sono state quelle europee. Eppure alla fine del 2015 c’era un forte consensus da parte degli asset manager, in Europa e Oltreoceano, sulle opportunità che avrebbe potuto offrire il Vecchio Continente rispetto a Wall Street. Come si spiega questo cambio di piani?
Penso che gli investitori siano più consapevoli e aperti all'idea di investire nei mercati esteri. Ciò accade in Europa ma anche negli Stati Uniti d’America. Quando però sono nervosi, tendono a togliere i soldi dal tavolo, soprattutto da quelli in cui non si conoscono le regole del gioco o dove le regole appaiono più oscure, cioè dai mercati stranieri. Ed è ciò che è avvenuto nei primi mesi dell’anno, quando molti investitori americani, preoccupati dalle conseguenze dell’immigrazione a seguito della guerra in Siria, dalla nuova crisi delle banche italiane e dall'incertezza politica nell'Eurozona, hanno preferito togliere le fiches dal Vecchio Continente. Il nervosismo, insomma, ha vinto sulle analisi economiche degli esperti e sui fondamentali.


Come vi siete mossi negli scorsi mesi? 
Gestisco un fondo long /short, quindi per noi che i mercati salgano o scendano ha un’importanza relativa. Lo scorso anno a livello tattico ha premiato una strategia short sugli energetici e long sui difensivi. Chi ha investito in questa maniera, ha sovraperformanto il mercato, anche perché il prezzo del petrolio ha continuato a crollare nel corso dell’anno. Quest’anno invece il trend è cambiato. Anzi, per semplificare, possiamo dire che nel 2016 vincerà chi farà l’esatto opposto: long sulle materie prime e short sui difensivi.


Ci può fare qualche esempio? 
Oggi ho circa il 20% del posizioni long su compagnie petrolifere, servizi petroliferi e miniere. In Italia, ad esempio, l’unico titolo che ho in portafoglio è Saipem: le prospettive per una ripresa del valore del titolo sono buone, la società ha cambiato il management e sono stati siglati importanti contratti per lo sviluppo del business.


E le banche italiane? 
Credo che non sia ancora il momento di comprare banche in Europa. Un discorso che vale soprattutto per le banche italiane dove ancora il problema dei 200 miliardi di euro in crediti deteriorati è lontano dall’essere risolto. La soluzione del fondo Atlante mi sembra solo una pezza per tappare il buco ed è servita solo a evitare che l’onere del salvataggio ricadesse solo su UniCredit (la prima banca italiana per asset si era impegnata ad intervenire come garante per l’inoptato della Popolare di Vicenza, ndr).


Ci sono altri titoli, oltre a Saipem, che ha messo nel mirino? 
Non mi dispiace Mediaset, soprattutto dopo gli accordi con Vivendi, anche se preferisco Mediaset Espana (la controllata del gruppo quotata a Madrid, ndr) per via delle migliori condizioni dell’economia iberica rispetto a quella italiana. A livello di posizioni short, invece, oltre alle banche, abbiamo anche alcuni titoli industriali e aziende del settore alimentare e bevande attive a livello globale, in particolare nei mercati emergenti, le cui valutazioni ci sono sembrate troppo elevate.

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