Dopo Trump una correzione dell'azionario USA sembra essere alle porte. Le elezioni presidenziali americane sono state spesso accompagnate a un aumento della volatilità in Borsa, in particolare quanto il partito dell’inquilino della Casa Bianca è cambiato. E la volatilità azionaria aumenta quando il mercato scende e cresce molto di più quando il partito del Presidente è cambiato, stando a una recente analisi sull'andamento di Wall Street nelle ultime sei presidenziali (dal 1992 a oggi)  effettuata da Luca Tobagi (nella foto), investment director Italia di Invesco.

"A oggi, il 2016 ha una volatilità che è ancora il 10% circa sotto i massimi della media di tali anni e l’ultimo picco prima della discesa si potrebbe collocare, come già avvenuto in passato, pochi giorni dopo le elezioni. L’S&P 500, al 4 novembre è calato per nove giorni consecutivi - cosa che non accadeva dal 1980 - anche se la perdita è stata molto modesta rispetto a quanto fu allora” spiega Tobagi secondo cui il mercato oggi "potrebbe avere in parte anticipato la vittoria di Trump" e, se si comportasse come in passato, "potremmo vedere una correzione severa della durata di un paio di settimane circa e poi un rally di fine anno, associato a un calo della volatilità”.

L'esperto milanese di Invesco fa notare come questo scenario sia in realtà “molto simile a quanto si è verificato in Gran Bretagna dopo lo scossone politico della Brexit”: una violenta correzione nel breve seguita da un imponente rialzo azionario nei mesi successivi. Del resto, conclude l'analisi dell'esperto, negli ultimi 30 anni i precedenti in queste situazioni sono a favore del mercato azionario USA: i ritorni a 12 mesi dalle elezioni sono quasi sempre stati positivi, con una sola eccezione, indipendentemente dalla reazione di brevissimo periodo, il giorno dopo il voto.