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Banca Intermobiliare: il punto sui mercati

1/11/2017

Secondo Banca Intermobiliare i segnali economici delle ultime settimane del 2016 e dei primi giorni del 2017 sono assolutamente positivi.


Secondo Banca Intermobiliare i segnali economici delle ultime settimane del 2016 e dei primi giorni del 2017 sono assolutamente positivi. Spicca tra tutti il Global Manufacturing PMI che raggiunge la soglia di 52,7, livello massimo degli ultimi tre anni.

 

Tuttavia, questi segnali non si sono tradotti nella performance di molte asset class, che sembrano aver già scontato il rafforzamento del ciclo economico globale durante l’anno scorso, in particolare dopo le elezioni americane, e si apprestano ora a seguire una fase di consolidamento: i rendimenti obbligazionari sono scesi sotto la soglia fondamentale di 2,5%, l’ Eur/Usd si è riportato in area 1.05 e Wall Street si muove lateralmente.

 

Una nuova fase di allungo dei mercati potrebbe essere rappresentata dall’insediamento alla Casa Bianca di Trump, che domani terrà la sua prima conferenza stampa dopo la vittoria alle elezioni.

 

Per quanto riguarda i mercati azionari, l’ S&P500 ha registrato il massimo storico lo scorso 6 gennaio e si mantiene ora stabilmente su questi livelli, mentre le borse europee, dopo un forte rally di fine anno, si mostrano appesantite da uno scenario di grande incertezza politica dovuta alle elezioni del 2017. Nonostante i toni ‘hawkish’ della Fed e il flusso di dati macro migliori delle attese, i rendimenti delle Treasuries hanno ritracciato, probabilmente riflettendo prese di profitto da parte degli operatori dopo le ultime dichiarazioni protezionistiche di Trump. I bond europei invece continuano a sottoperformare. Parlando di commodities, il petrolio sembra sottostimare l’accordo Opec di Novembre e in mattinata si assesta sul livello di 51 dollari per barile, mentre l’oro continua la sua salita verso 1200 dollari per oncia. Tra le valute spiccano il dollaro americano, in ritracciamento dopo una fase di sostenuto rialzo, e la sterlina, che si dimostra sempre più volatile con l’avvicinarsi della richiesta dell’attivazione dell’articolo 50 per la Brexit.

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