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Eurizon - Pioneer, Bazoli approva

2/2/2011 | redazione

Anche il presidente del consiglio di sorveglianza si esprime in merito alla questione e dice di non precorrere i tempi. Intanto Guzzetti e di Benessia si dicono favorevoli.


IL MAXIPOLO ITALIANO - Ancora avvicendamenti intorno all'affaire Eurizon-Pioneer. E' da giorni che si susseguono notizie in merito alla creazione di un maxi polo italiano per il segmento gestito, che dovrebbe nascere dalla aggregazione tra la società di gestione di Intesa Sanpaolo, Eurizon, e Pioneer, il gruppo di asset management che Unicredit sta cercando di valorizzare attraverso una cessione o una fusione.

Al momento risulterebbe in corsa per l'acquisizione della sgr di Piazza Cordusio i francesi di Amundi e di Natixis e l'inglese Resolution, ma il tocco di italianità di Eurizon potrebbe prevalere sugli altri. Gli organi societari» della banca «stanno esaminando il problema» ha detto il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa, Giovanni Bazoli, ricordando che «due grandi azionisti hanno dato la disponibilità» a sostenere un' aggregazione tra le due società di asset management ma che al momento è prematuro «anticipare una soluzione». «Due grandi azionisti - ha spiegato Bazoli - hanno dato una disponibilità in questo senso, però non precorriamo i tempi, perchè decisioni di questo genere non spettano agli azionisti, ma ai manager e agli organi societari». 

 

CA DE' SASS SPINGE PER LE NOZZE - Un messaggio chiaro, che però lascia intravedere una disponibilità. A favore di un matrimonio tra Pioneer ed Eurizon si erano detti a favore sia i presidenti della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, e quello della Compagnia Sanpaolo, Angelo Benessia, che nei giorni scorsi hanno detto di vedere con favore a quest'operazione e soprattutto all'idea che si mantenga in Italia i centri decisionali di Pioneer e gli oltre 180 miliardi di risparmi gestiti per conto della clientela.

E non sembrano gli unici consensi. Secondo quanto riportato dagli organi si stampa in questi giorni, anche il mondo politico e istituzionale approverebbe l'operazione, seppure l'Antitrust potrebbe "non digerire" la posizione che si potrebbe creare da parte di questo polo, che a livello di patrimonio avrebbe 180.461 milioni di euro e un'incidenza del 65,2%, secondo gli ultimi dati disponibili su Assogestioni.

Più cauti invece i manager delle due banche. Dieter Rampl, presidente di Unicredit, ha opposto una sfilza di 'no comment' alla richiesta di un parere sulle parole di Bazoli e sull'operazione. Silenzioso, anche il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera mentre per l'amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, l'importante è trovare il partner giusto.

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