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Azimut pronta a lasciare l'Italia. Se resta SIM

3/10/2016

Ad annunciarlo Pietro Giuliani nella conferenza stampa di presentazione dei dati di bilancio: "se non dovesse arrivare il via libera della Bankitalia della trasformazione da SIM a SGR che consentirebbe l'uscita del gruppo dal recinto CRD IV, potremmo valutare l'ipotesi di..."


Azimut Holding archivia il 2015 con un utile netto di 247 milioni di euro (contro i 92 milioni del 2014), un patrimonio complessivo di 36,7 miliardi (contro i 30 miliardi dell'anno prima), una raccolta netta di 6,7 miliardi (contro i 5,6 del 2014) e ricavi consolidati di 707,6 milioni (rispetto ai 552,3 milioni del 2014).

 

Questi i numeri presentati dal presidente e ceo della società Pietro Giuliani che ha annunciato, nel corso della conference call, un dividendo di 1,5 euro per azione (contro gli 0,78 del 2014), prevedendo quindi uno stacco cedola di 0,5 euro per azione pagato a maggio, mentre il saldo verrà corrisposto entro 30 giorni dalla cancellazione di Azimut dall'albo di SIM, che aspetta però il via libera della Banca d'Italia.

 

Ed è strettamente legato a questo via libera, che si tradurrebbe in un'uscita di Azimut dal recinto della nuova normativa CRD IV, la scelta di abbandonare o meno l'Italia. "Al fine di poter soddisfare l'aspettativa degli azionisti in tema di distribuzione di dividendi e più in generale sulla liberazione del patrimonio, il CdA ha deliberato di sentire l'assemblea degli azionisti in merito all'opportunità di un eventuale trasferimento della sede legale in un paese appartenente alla Ue, e in particolare Regno Unito, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Austria, Germania, Malta. Oppure al di fuori della Ue e in particolare in Svizzera". Trasferimento che, come dichiarato da Pietro Giuliani, "avverrà solo se dalla Banca d'Italia non arrivasse il via libera alla trasformazione della Sim in Sgr", una trasformazione che libererebbe Azimut  dai vincoli CRD IV ("promessa fatta ai nostri azionisti un'anno fa"), liberando di conseguenza quella quota di patrimonio oggi vincolato a livello normativo. Ma il presidente e ceo della società si è detto molto fiducioso: "sono sicuro che non ci sarà la necessità di cambiare sede e che il via libera della Banca d'Italia arriverà. Trovo però corretto chiarire fin da subito la situazione con i nostri azionisti".

 

Azimut anticipa in una nota anche che, successivamente alla relativa delibera assembleare dell'eventuale cambio di sede, dovrà essere proposta l’introduzione di un limite massimo al numero di azioni per le quali, complessivamente, i soci potranno esercitare il diritto di recesso, al fine di salvaguardare, e mantenere in conformità ai requisiti regolamentari, il patrimonio di vigilanza della Società e del Gruppo. Il CdA ha inoltre deliberato di proporre all’assemblea dei soci la modifica dello statuto sociale per regolare le delibere assembleari in merito alle politiche di remunerazione.

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