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3/6/2012 | Marcella Persola
Fondi e gestori? Le performance degli uni non sempre corrispondono a quelle degli altri. A sostenerlo è John Cochrane, professore di finanza presso la Chicago Booth School of Business che recentemente ha sottolineato come gli investitori sbagliano a pensare che i manager dei fondi aggiungano o tolgano valore a seconda del titolo che decidono di inserire in portafoglio o meno. Secondo il professore i manager in generale adottano una strategia che favorisce determinati titoli e non si discostano da questa. Questo vuol dire che l'andamento di un fondo se raffrontato con quello del benchmark può essere valutato più adeguatamente basandosi sui fattori più o meno considerati dai manager, più che dalla bravura o meno del manager. Tanto che alcuni fondi sono passati immuni dal cambio di gestore.
Queste teoria troverebbe conferma, secondo Morningstar e il Wall Street Journal, nei dati relativi al 2011. O i gestori sono diventati di colpo più intelligenti oppure la loro abilità non è cambiata, ma quello che è cambiato è il contesto e le dinamiche del mercato e i manager non hanno fatto altro che adattarsi al nuovo "mercato".
Atteggiamento che è risultato vincente visto che secondo i dati Morningstar tra i fondi di investimento diversificati il 64% di essi ha battuto il benchmark nei primi due mesi del 2012, contro il 20% del 2011. Ma si può considerare sufficiente? Di certo non si vuole crocifiggere nessuno però come evidenzia Cochrane "Anziché investire con manager molto attivi può essere preferibile mettere insieme un portafoglio di ETF, che forniscono un’esposizione ai medesimi fattori di mercato, con minori spese”.
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