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Generali, si riapre il dossier Bsi

6/5/2012 | Marcella Persola

La divisione dedicata al private banking potrebbe essere ceduta. Non è un tema nuovo perché se ne discute da tempo. Ma sarà tra le prime decisioni che spetteranno al nuovo a.d. Mario Greco.


Mentre il titolo di Generali sale a Piazza Affari, in attesa dell'arrivo del suo a.d. Mario Greco, si profilano già all'orizzonte alcune delle questioni che il nuovo group ceo dovrà affrontare appena varcata la soglia di Triestre. Il dossier è quello di Banca Svizzera Italiana, la punta di diamante del private banking, che in questi anni, così come ricorda Il Sole 24 Ore di oggi, ha contributo per circa il 10% al totale dei profitti operativi. Una percentuale nettamente inferiore a quella delle altre divisioni private dei competitors come Axa e Allianz, le cui componenti private contribuiscono ai ricavi totali per circa il 20-25%. 

Che fare allora di questo comparto? Dismetterlo? Secondo un report dello scorso febbraio targato Mediobanca la soluzione migliore per valorizzare l'asset che vale all'incirca 2-2,5 miliardi sarebbe la vendita parziale. E si era già indicato anche un possibile acquirente. Ossia Julius Baer. Ipotesi non nuova. Anche nel 2010 Mediobanca aveva suggerito a Generali di compiere un'operazione straordinaria nel campo dell'asset management che consentisse al Leone di Trieste di avvicinarsi alla taglia del concorrente Allianz. In quel caso però Generali avrebbe dovuto fare la parte del Leone e creare delle sinergie sempre con la svizzera Julius Baer. 

Allora gli esperti di Piazzetta Cuccia avevano proposto come ipotesi che le Generali avrebbe potuto lanciare un'offerta mista (in contanti e titoli del Leone) su Julius Baer, che è quotata alla Borsa di Zurigo, offrendo un premio del 20% rispetto al corso azionario della società svizzera. Come avrebbe potuto pagare questa operazione il Leone? In parte con un aumento di capitale di 3,9 miliardi e in parte emettendo nuove azioni per un importo analogo da offrire agli azionisti di Julius Baer.

Ma l'ex group ceo Perissinotto negò qualsiasi interesse nei confronti di Julius Baer e disse che si aspettava una crescita del business private banking del 25%. Crescita che non è arrivata. E che probabilmente ha pesato anche sulla sua "dipartita". 

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