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I postini diventano "quasi" consulenti (ex-promotori)

12/6/2012 | Massimo Morici

Stando al maxi - emendamento al dl Crescita, gli addetti di Poste Italiane potranno vendere porta a porta conti correnti, fondi comuni e carte prepagate. Prevista la possibilità di commercializzare oro da investimento


E' ufficiale: i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) d'ora in avanti avranno un esercito di concorrenti: i postini. Che sono pronti a trasformarsi in consulenti per le piccole aziende, andando a casa dell'imprenditore per offrire consigli e servizi finanziari. Non solo. I postini si traformeranno a tutti gli effetti in venditori porta a porta di conti correnti, fondi comuni e carte prepagate: un emendamento al decreto Crescita presentato dal senatore Enzo Ghigo e approvato al Senato, specifica che la società guidata dall'a.d. Massimo Sarmi (nella foto) "nell’esercizio dell’attività di bancoposta, può svolgere attività di promozione e collocamento di prodotti e servizi bancari e finanziari fuori sede’’.

Nel DPR 144/2001, in cui sono state elencate le attività di Banco Posta, non compariva infatti il capitolo dedicato esplicitamente al collocamento fuori sede, che con l'emendamento presentato da Ghigo viene aggiunto all'articolo 2 come comma 9-bis.

L'orientamento di Poste Italiane emerso negli scorsi mesi, però, sarebbe quello di selezionare un gruppo di addetti della società, già formati (secondo l'Huffington Post 800), i quali potranno promuovere prodotti della società col "porta a porta" agendo come una sorta di consulenti (ex-promotori), mentre la sottoscrizione dei prodotti avverrà presso l'ufficio postale, non rendendo necessaria quindi l'iscrizione all'albo, anche se questa condizione potrebbe non essere sufficiente per svolgere questa attività fuori dalla lente della Commissione. 

In conseguenza del  DPR 144/2001 (e successive interpretazioni da parte della Consob), infatti, Poste italiane può già effettuare l'offerta fuori sede tramite i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) iscritti all'Albo e ai fini dell'iscrizione (senza prova di idoneità) l'attività svolta presso Poste Italiane è equiparata a quella bancaria. In questo caso l'emendamento potrebbe consentire alla società di rinconvertire una parte degli esuberi di personale destinato al recapito postale tradizionale, in presenza di determinati requisiti e competenze, alla promozione e collocamento di prodotti finanziari.

Si conferma quindi quanto annunciato ad ADVISOR lo scorso luglio da Claudio Raimondi, responsabile marketing di Poste Vita, in cui delineava tra le priorità lo sviluppo di una rete di professionisti da affiancare agli uffici postali. Tornando al maxi - emendamento, Poste Italiane potranno anche vendere oro da investimento, come già avviene nelle banche, consentendo al gruppo di ricavare da questo business, secondo le stime pubblicate da MF, circa 10 milioni di euro l'anno.

 

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