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Euro: le 12 fatiche di Mario Draghi

7/24/2017 | Massimo Siano*

Oggi la divisa comune politicamente è più forte di prima, l’unica incertezza rimane l’Italia. Entro fine 2017 il cambio con il dollaro potrebbe arrivare facilmente a 1,20


Draghi come Ercole ha dimostrato di vincere tutte le sue “fatiche”, 11 su 12. La dodicesima sarà l’elezione italiana. Draghi ha inoltre dimostrato di essere il miglior banchiere centrale del suo tempo ed è riuscito a quadrare il cerchio tra le richieste opposte dei singoli stati. Complessivamente tutti hanno giovato in UE della sua politica monetaria. Credo che il mercato comprerà Euro e continuerà a dargli fiducia. Nessuno si aspetta la fine del QE nel 2017, ma il mercato non sta comprando Euro per questo. Il mercato sta comprando Euro perché sono diminuiti i rischi e la macchina pubblica assieme a quella privata appare più efficiente.

I movimenti no Euro in Europa sono stati tutti sconfitti stato per stato, ottenendo paradossalmente un effetto contrario. I politici eletti nelle elezioni sembrano essere tutti più europeisti rispetto ai predecessori. Oggi l’Euro politicamente è più forte di prima, l’unica incertezza rimane l’Italia. Il QE di Draghi ha funzionato abbastanza bene. Il mercato non vede inflazione in nessuno dei Paesi membri e l’inflazione sembra essere ben contenuta tra 0 e 2%. Draghi pensa che sia presto per diminuire il tapering e il mercato sembra scommettere che abbia ragione: prendere più tempo con più tapering potrebbe essere la tattica giusta se in cambio avverranno riforme strutturali del sistema. Così è in gran parte già avvenuto e adesso la strada sembra finalmente in discesa.

La bilancia commerciale dei due paesi più industrializzati (Germania e Italia) è al record storico assoluto dal dopoguerra. Le prospettive di crescita (con bassa inflazione) per l’Eurozona sono davvero ottime. Credo che il rapporto EUR/USD possa arrivare facilmente ad un livello di 1,20 nell’ultimo trimestre del 2017 e, se i dati saranno così sostenuti, ritengo che l’Euro abbia iniziato un forte trend rialzista di lungo periodo contro il dollaro. Tra qualche anno non mi stupirei di vedere l’EUR/USD attorno a 1,50 vista la bilancia commerciale europea (molto forte) e quella americana (molto debole). I tassi d’interesse con questa inflazione bassa saranno moderati a lungo. Questo scenario è indubbiamente positivo anche per l’occupazione che sta crescendo in ogni Paese.

L’Eurozona nel suo complesso al contrario di molti Paesi occidentali ha dimostrato una migliore saggezza nel contenimento della spesa pubblica e del debito. Le politiche dure imposte dall’UE per il contenimento del deficit stanno dando i loro frutti rendendo progressivamente i singoli Stati più attenti alla spesa corrente e più efficaci nel taglio dei costi.


* Head of Southern Europe per ETF Securities

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