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Etf obbligazionari: cala la raccolta nel secondo trimestre

8/9/2017

Stando all'ultimo BlackRock Business Intelligence, prosegue la ricerca di rendimento nei paesi emergenti: +7,5 miliardi di dollari i flussi a livello globale


L’industria globale degli Etf obbligazionari raggiunge importanti risultati anche nel secondo trimestre del 2017 con una quota pari a 43,3 miliardi di dollari di afflussi, lievemente al di sotto del record del primo trimestre dell'anno quando la raccolta dei replicanti sul reddito fisso è stata pari 44,5 miliardi di dollari. I dati emergono dall'ultimo BlackRock Business Intelligence sull'industria degli Etf aggiornato al 30 giugno 2017. A livello globale, nel secondo trimestre iShares ha raccolto 21 miliardi di dollari, guidati dall’interesse per gli investitori per il credito investment grade, per il debito dei mercati emergenti e per i fondi obbligazionari governativi.

Tra le principali evidenze globali, il report segnala la domanda del debito dei mercati emergenti: guidati dalla ricerca di rendimento, nel secondo trimestre gli Etf obbligazionari dei mercati emergenti hanno registrato afflussi netti per 7,5 miliardi di dollari a livello globale. Similarmente al primo trimestre, gli investitori statunitensi hanno preferito esposizioni sul debito in valuta forte, mentre gli investitori europei si sono orientati verso fondi sia in valuta forte che locale.

Questo trend - spiegano gli esperti di BlackRock - si è attenuato all’inizio del terzo trimestre in considerazione del fatto che gli investitori stanno riducendo le loro allocazioni come reazione ai recenti commenti della Banca Centrale e alla crescita dei rendimenti dei Treasury statunitensi. Stephen Cohen, Responsabile Fixed Income Beta presso BlackRock ha spiegato: "A livello globale nel 2017 abbiamo riscontrato una forte richiesta per il debito denominato in dollari. Tra gli investitori europei il mese di giugno ha segnato una domanda rilevante per le obbligazioni societarie investment grade, alla luce di una riduzione delle preoccupazioni sui rischi politici europei, quale effetto delle elezioni francesi. Perfino la retorica interventista di Mario Draghi alla fine di giugno non è riuscita a scuotere la visione positiva per l’investment grade in euro".

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