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Fondi quotati: Borsa italiana lancia un appello ai consulenti (ex-promotori)

1/28/2015 | Massimo Morici

Nato come canale alternativo, la nuova piattaforma per la negoziazione di OICR punta sulla distribuzione fuori sede per ampliare il proprio business


I consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) potrebbero incassare le retrocessioni anche dai fondi quotati su ETF Plus. Nato come canale alternativo alla distribuzione fuori sede con prezzi “all’ingrosso”, allineati a quelli per i clienti istituzionali, Borsa Italiana nei prossimi mesi potrà essere costretta a ricorrere proprio ai consulenti (ex-promotori) per ampliare il giro d'affari della nuova piattaforma lanciata lo scorso primo dicembre. Ad annunciarlo è stato Pietro Poletto (nella foto), head of etf & fixed income markets del gruppo London Stock Exchange (società che controlla Borsa Italiana), intervenuto a Milano al convegno sui fondi quotati di Ascosim, l’associazione delle società di consulenza indipendente guidata dal segretario generale Massimo Scolari.

In particolare, a colpire la platea, è stato il passaggio dell’intervento di Poletto in cui ha detto che Borsa Italiana ha l’ambizione di diventare “una sorta di supermarket finanziario” e che a una prima fase, in cui ad essere attratte dalla nuova piattaforma saranno soprattutto le società di gestioni più piccole, in cerca di una maggiore visibilità rispetto alle grandi che già hanno accordi distributivi in essere con le principali realtà della distribuzione (banche e reti di pf), potrebbe seguire una “seconda fase del mercato, in cui potremo tranquillamente remunerare i consulenti (ex-promotori)”.

Affermazione, quest'ultima, che ha suscitato molte perplessità tra i rappresentati del mondo delle reti. A partire da Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti, intervenuto a una successiva tavola rotonda moderata da Fabio Gnecco (responsabile della relazione con i clienti di Alessia Sicav), il quale ha sottolineato che Borsa Italiana, per poter remunerare i consulenti (ex-promotori), dovrà “cercare di essere autorizzata in qualche modo al collocamento fuori sede” alla pari delle altre società attive sul mercato. Ma qual è la percezione del mercato di questo nuovo canale distributivo? Stando ai dati presentati da MondoAlternative, il 57% degli asset manager preferisce ancora i canali tradizionali e non intende ancora quotare i propri fondi comuni, mentre secondo Gianluca Bisognani, general manager di IW Bank (banca online del gruppo UBI), aprire il mercato dei fondi quotati alla clientela retail, considerata l’esperienza degli Etf, un segmento che oggi vanta quasi esclusivamente gli istituzionali, "non sarà facile perché si tratta di prodotti più complessi e non semplici come le azioni e gli Etf".

La piattaforma per la negoziazione di quote di fondi comuni di Borsa Italiana piace, invece, ad alcune realtà del private banking. Per Stefano Sardelli, d.g. di Invest Banca e presidente di Millennium SIM, rappresenta “un nuovo canale che incrementa le possibilità per il cliente di accedere a questo tipo di prodotti, una opportunità per svolgere un efficace servizio di consulenza, uno strumento per aumentare la visibilità di alcune case di nicchia, che facilita inoltre la sottoscrizione digitale, tramite l’home banking o le piattaforme TOL, anche se non sarà il Santo Graal della distribuzione e collocamento di fondi”.

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