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Fondi comuni: i prodotti target date perdono appeal

4/8/2016

L'industria sta vivendo un momento delicato anche se ha raggiunto il più alto livello degli ultimi 20 anni. Ecco l'analisi dell'Osservatorio di GfK Prometeia presentato al Salone del Risparmio 2016


L’investimento in fondi comuni e polizze unit linked si conferma una delle soluzioni più attivabili dal mercato: nell'ultimo trinenio le famiglie hanno investito in questi strumenti quasi 300 miliardi di euro, venuti in parte dal decumulo di obbligazioni bancarie, dovuto al ridotto appealing dei titoli di debito. La fotografia è quella dell'Osservatorio Risparmi delle Famiglie, giunta alla 20° edizione, che è stata presentata ieri giovedì 7 aprile al Salone del Risparmio 2016, in cui si sottolinea la crescita della quota di patrimonio finanziario investito in prodotti di risparmio gestito oggi al 27% del portafoglio attuale delle famiglie. 

È il più alto livello dagli ultimi 20 anni (il picco è stato toccato nel 1999 a 23,6%), avvicinando così il portafoglio delle famiglie italiane ai livelli degli altri paesi europei dove è scarso l'investimento diretto in strumenti di debito. L’insieme dei prodotti di risparmio gestito - fondi comuni, gestioni patrimoniali, polizze vita e fondi pensione - nei portafogli delle famiglie italiane ha superato i 1.350 miliardi di euro a fine 2015 e secondo gli esperti di GfK e Prometeia potrà pertanto crescere ancora, pur se a tassi meno vivaci dell’ultimo triennio: 25% nel 2016-2018 rispetto a 45% nel 2013-2015.

All’interno del mercato, prosegue l'Osservatorio, "una componente importante sarà costituita dai fondi comuni, sia nella componente che entra direttamente nei portafogli attraverso fondi di fondi e gestioni in fondi, sia attraverso l’ulteriore riequilibrio del business assicurativo verso le unit linked". Quanto alle tipologie, le soluzioni adottate in passato, in particolare il collocamento di prodotti target date da parte delle reti bancarie, “stanno perdendo appeal nelle politiche di offerta e i fondi comuni obbligazionari hanno già iniziato a incorporare gli effetti della redditività molto bassa, con flussi negativi da diversi mesi a questa parte. È pertanto un momento molto delicato per l’industria italiana dell’asset management che dovrà consolidare il proprio ruolo nella gestione del risparmio delle famiglie e supportare le reti distributive".

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