Il rally delle Borse a seguito dell’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti d’America non ha convinto gli investitori europei che anzi a novembre hanno perso entusiasmo e proseguito con i riscatti dai fondi azionari. Il saldo netto, stando ai dati di Morningstar, è stato negativo per 1,48 miliardi di euro, portando le perdite dall’inizio dell’anno oltre i 78 miliardi. Il dato, tuttavia, non si può leggere come una fuga dal rischio dell’equity, spiegano gli analisti della società di rating dei fondi comuni, perché nello stesso mese gli Etf azionari hanno, al contrario, segnato il record di raccolta netta pari a 8,4 miliardi.

Novembre è stato un mese in rosso anche per i fondi obbligazionari, con deflussi netti di 14 miliardi di euro: il dato peggiore da giugno 2013 quando la Federal Reserve annunciò di voler ridurre gradualmente le misure monetarie straordinarie a sostegno dell’economia (Taper Tantrum). Un dato che ha contribuito in modo determinante al risultato di -13,5 miliardi segnato dai comparti a lungo termine (esclusi i monetari). Importanti deflussi anche dai fondi specializzati sui mercati emergenti. Fino alle elezioni presidenziali Usa, le Borse e i fondi obbligazionari emerging market avevano beneficiato di una ripresa significativa in termini di flussi in entrata, dopo un lungo periodo di riscatti negli anni precedenti.

Tuttavia, a novembre si è registrato un cambio di rotta del sentiment degli investitori europei che hanno preferito uscire da questi fondi. Un esodo scaturito da tre timori: una possibile svolta protezionistica da parte della politica commerciale Usa, un aumento dei tassi di interessi negli Stati Uniti e un rafforzamento del dollaro. Cala anche la raccolta dei fondi alternativi che hanno registrato flussi per 227 milioni di euro, il livello più basso da settembre 2014. I bilanciati, invece, hanno registrato un buon risultato, pari a 1,82 miliardi netti. Tra i fondi alternativi, l’unica strategia a tenersi in territorio positivo è stata quella multi-strategy:il fondo multi-asset Deutsche Concept Kaldemorgen ha da solo raccolto 730 milioni; mentre Invesco ha registrato flussi in entrata pari a 700 milioni di euro nei suoi tre fondi della serie Global Targeted Returns Strategy.

I comparti azionari emerging hanno subito perdite per 2,9 miliardi, pari all’1,4% degli asset calcolati a inizio mese. “Lo spostamento di interesse dai fondi attivi a quelli passivi è stato un fenomeno significativo per il mercato dei fondi europei nel mese di novembre con i fondi indicizzati che hanno registrato forti flussi in entrata e quelli gestiti attivamente che hanno al contrario subito importanti perdite” spiega Ali Maswarah, EMEA Editorial Director di Morningstar. “In termini di categorie, quella dei governativi in euro è stata la peggiore in assoluto, con riscatti di quasi 3 miliardi di euro, a causa dell’aumento dei rendimenti del Bund tedesco e dei titoli di Stato del Vecchio continente. Sul fronte opposto, i fondi obbligazionari a brevissima scadenza in Euro e quelli diversificati a breve termine sono stati tra i migliori: segno che gli investitori sono in cerca di protezione dall’aumento dei tassi di interesse”.

Tra le società di gestione, Credit Suisse conduce la classifica per flussi netti, mettendo a segno 2,1 miliardi di euro per i fondi obbligazionari e 1,2 miliardi per quelli azionari. In fondo, invece, Nordea Asset Management, che resta tuttavia una delle case di gestione più popolari per raccolta da inizio anno, a causa delle dismissioni degli investitori istituzionali e dei riscatti dal Nordea 1 – Stable Return (-704 milioni).