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Albo Unico, "Non c'è nessuna Casa della Consulenza. Esiste un progetto istituzionale"

11/28/2014 | Francesco D'Arco

Marco Tofanelli, segretario generale Assoreti e vice presidente dell'Organismo per la Tenuta dell'Albo dei Consulenti Finanziari (ex-promotori finanziari) invita a riportare il dibattito sul nuovo Albo su binari "istituzionali" e ricorda: "il primo obiettivo è la tutela del risparmiatore, non dei professionisti".


L'indiscrezione sulla lettera inviata da Nafop ai propri associati sul tema consulenza finanziaria indipendente ed organismo dedicato al mondo dei fee only ha riacceso un dibattito che Marco Tofanelli, segretario generale Assoreti e vice presidente dell'Organismo per la Tenuta dell'Albo dei Consulenti Finanziari (ex-promotori finanziari) invita a riportare su binari "istituzionali".

"Personalmente non conosco nessuna Casa della Consulenza. Esiste un progetto istituzionale di creare un organismo di vigilanza sulla consulenza finanziaria, che riunisce le categorie di soggetti interessati, e utile al mercato. A tutte le componenti del mercato, in primo luogo al risparmiatore" - spiega subito Tofanelli intervistato sul tema da Advisoronline

 

Però nella lettera Nafop si fa riferimento anche al delicato tema della definizione di consulenza finanziaria indipendente? 

In un regime di attività riservata e vigilata, la definizione spetta al legislatore, sulla base di considerazioni che vanno dallo svolgimento dell’attività, allo status del soggetto e, in primis, alla corretta percezione da parte del risparmiatore di chi offre cosa. Allo stato, il legislatore, con la condivisione dell’autorità di vigilanza, si è già espresso nei testi normativi che sono circolati; in linea, mi sembra, con la prefigurazione di quelle che saranno le modalità di svolgimento del servizio di consulenza. Occorre consapevolezza dell’Istituzione.

 

Ciò non toglie che ci sono ancora soggetti che svolgono attività di consulenza e che aspettano di essere regolamentati dal 2007?

Sono soggetti che, per effetto di alcune esenzioni, svolgono un'attività riservata senza i vincoli e gli adeguati controlli di vigilanza. Per l’ennesima volta: la nascita di un albo che registi questi soggetti e la vigilanza sugli stessi è necessaria e urgente in primis per il risparmiatore. Per questo APF si è reso disponibile ad una modifica delle sue funzioni e all'apertura dell'albo, ora limitato ai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari), anche ad altre professionisti che svolgono attività di consulenza. Il primo obiettivo della riforma dell'Organismo per la Tenuta dell'Albo dei Consulenti Finanziari (ex-promotori finanziari) è un obiettivo di tutela del mercato, di tutela del risparmiatore e non di tutela dei professionisti. E sicuramente, il progetto delle Istituzioni di procedere verso un’architettura normativa di micro-vigilanza sui soggetti che operano nella consulenza finanziaria, come già accaduto nel settore delle reti agenziali e dei mediatori bancari, o di quelle assicurative, è valido ed è indirizzato alla sempre maggiore tutela ed efficienza; per questo l’APF lo condivide.

 

Ma le stesse istituzioni non hanno portato a termine il lavoro?

La politica deve riconoscere e comprendere il lavoro realizzato a livello tecnico-istituzionale dal Mef e dalla Consob. La situazione dovrebbe essere risolta e occorrerebbe chiudere un dibattito che sta deviando su binari non istituzionali. Ad oggi ci sono soggetti che svolgono dal 2007 attività di consulenza senza una vigilanza; c’è una chiara disarmonia tra la normativa di settore bancario e assicurativo, sicuramente avanti, e quello finanziario, al palo: i risparmiatori devono essere tutelati, gli operatori regolamentati in linea con l’evoluzione della normativa sulle attività. Penso sia improcrastinabile risolvere la questione. 

 

Magari inserendo d'ufficio nel nuovo albo tutti i soggetti che dal 2007 ad oggi hanno iniziato a svolgere l'attività di consulenza senza potersi iscrivere a nessun albo?

I soggetti che svolgevano l'attività di consulenti nel 2007 e quelli che la fanno oggi dovrebbero, anzi devono, coincidere; in caso contrario c’è stato un chiaro svolgimento di attività abusiva. Ritengo e spero che non sia così: ma, ciò, ancora più, mostra l’indifferibilità di una soluzione.

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