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High Yield, i fondamentali rimangono buoni

3/30/2022 | Redazione Advisor

Francesco Lomartire (SPDR ETFs): “Siamo alla fine del trimestre e sono pochi i segnali di tensione finanziaria negli emittenti di questa asset class”


Il primo trimestre del 2022 si è rivelato difficile per gli investimenti sui mercati obbligazionari. Come ricorda Francesco Lomartire, head of SPDR ETFs Southern Europe, “i timori sull’inflazione hanno continuato a crescere, aggravati dall’invasione russa dell’Ucraina e dall’impennata dei prezzi delle materie prime, di conseguenza le banche centrali hanno adottato un atteggiamento più aggressivo con una politica monetaria più restrittiva”.

“Il rendimento dei titoli statunitensi a 10 anni - rileva il manager - è salito di quasi 100 pb dall’inizio dell’anno; l’aumento di 65 pb registrato a marzo rappresenta la maggiore variazione mensile da aprile 2004. Ora che il mercato prevede ulteriori rialzi dei tassi della Federal Reserve pari a oltre 200 pb e i break-even a 10 anni che sono risaliti ai loro massimi storici, si potrebbe avere l’impressione che il mercato obbligazionario abbia scontato nei prezzi una quantità significativa di inasprimento della politica monetaria e di aumento dell’inflazione. Anche le strategie di credito hanno apportato poco in termini di protezione. Oltre al rialzo del tasso privo di rischio, l’aumento dei prezzi dell’energia e i timori che la Fed possa adottare una politica monetaria eccessivamente restrittiva hanno ridimensionato le aspettative di crescita, provocando un’impennata degli spread di credito”.

“Il rimbalzo dei mercati azionari - prevede il gestore - suggerisce che la propensione al rischio potrebbe riprendere con l’avvicinarsi del secondo trimestre e, data l’ampiezza delle vendite, potrebbero tornare interessanti le strategie come l’High Yield statunitense”.

• Recupero dei rendimenti: “Lo yield-to-worst dell’indice Bloomberg US Corporate High Yield è superiore al 6%, il livello più elevato da agosto 2019 se si esclude il brusco rialzo dei rendimenti associato al Covid, dovuto in parte al fatto che lo spread sui Treasury è tornato sopra i 330 pb, ovvero 70 pb in più rispetto ai minimi”.

• La crescita rimane stabile: “Un rimbalzo dei prezzi azionari suggerisce che i timori del mercato relativi a una recessione negli Stati Uniti potrebbero essere eccessivi. Rispetto all’Europa, l’economia statunitense dovrebbe essere meno penalizzata dall’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina”.

• Pochi segni di tensione: “Siamo alla fine del trimestre e sono pochi i segnali di tensione finanziaria negli emittenti High Yield. I fondamentali su questa asset class rimangono buoni e nel 2021 molte aziende hanno scelto di migliorare il livello di solidità dei loro bilanci”.

• Sorprendentemente difensivi: “Nonostante la notevole impennata degli spread di credito, la performance dell’indice High Yield dall’inizio del 2022 è stata simile a quella dei Treasury statunitensi e non così negativa come quella dell’esposizione alle obbligazioni societarie Investment Grade”.

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