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Consob mette al bando i prodotti complessi per il retail

5/29/2014 | Massimo Morici

La Commissione ha avviato la consultazione per il rafforzamento della tutela del risparmio. Si valuta l'ipotesi di divieto di vendita al dettaglio per i prodotti strutturati, ma non tutti: alcuni potranno essere distribuiti nell'ambito dei servizi di consulenza evoluta


La Consob frena il processo di "retailzation" di prodotti strutturati, come i derivati, un tempo destinati esclusivamente alla clientela istituzionale. La Commissione, come si legge nel sito, ha avviato una consultazione pubblica (che si concluderà il 30 giugno) sul tema della distribuzione dei prodotti finanziari complessi alla clientela al dettaglio, sottoponendo all’esame degli operatori dei mercati l’ipotesi di introdurre una serie di presidi per il rafforzamento della tutela del risparmio, che comprende anche la raccomandazione agli intermediari di astenersi dal collocamento di strumenti finanziari più complessi alla clientela retail.

L’iniziativa, anticipata il 5 maggio scorso dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas (nella foto), in occasione dell’incontro annuale con il mercato finanziario, riprende e sviluppa interventi già effettuati da Consob in passato e si allinea alle recenti prese di posizione dell’Esma (European Securities and Markets Authority), l’autorità europea per i mercati finanziari, e valorizza i lavori della Iosco (International Organization of Securities Commissions), l’organizzazione mondiale della autorità di vigilanza sulle Borse.

Recenti studi, si legge nel documento di consultazione, hanno mostrato come la complessità di prodotti finanziari distribuiti in Europa non sempre è funzionale agli effettivi e specifici bisogni degli investitori al dettaglio cui sono diretti, ma piuttosto è volta a generare una maggiore profittabilità per gli emittenti e per i distributori. Non solo. La Consob rileva come il gap esistente tra la complessità della struttura dei prodotti finanziari offerti (alta) e la cultura finanziaria (bassa) della clientela retail meriti massima attenzione delle autorità di vigilanza dei mercati finanziari: i clienti al dettaglio, infatti, non riescono a selezionare la qualità dei prodotti d’investimento offerti, non essendo in grado di distinguere “buoni” o “cattivi” prodotti finanziari poiché usano criteri decisionali semplici e sono disorientati dalla complessità delle strutture.

Ma quali sono i prodotti complessi retail che la Consob vorrebbe mettere al bando? Consob ha compilato un elenco di prodotti ad alta complessità, che gli intermediari dovrebbero astenersi dal distribuire direttamente ai clienti al dettaglio, che comprende: prodotti finanziari derivanti da operazioni di cartolarizzazione di crediti o di altre attività (ad esempio asset backed securities); prodotti finanziari per i quali, al verificarsi di determinate condizioni o su iniziativa dell’emittente, sia prevista la conversione in azioni o la decurtazione del valore nominale; prodotti finanziari credit linked; prodotti finanziari, ad esclusione degli OICR, con leva maggiore di 2; prodotti finanziari, ad esclusione degli OICR, incorporanti quattro o più componenti derivative; strumenti finanziari derivati con finalità diverse da quelle di copertura.

La Consob, invece, intende raccomandare agli intermediari di distribuire nell’ambito di un servizio di consulenza evoluta che rispetti alcune modalità (ad esempio la valutazione di adeguatezza del portafoglio) i seguenti prodotti: prodotti finanziari, ad esclusione di OICR, incorporanti tre componenti derivative; prodotti finanziari con pay - off legati ad indici che non rispettano gli Orientamenti Esma del 18 dicembre 2012 relativi agli Etf; strumenti finanziari derivati diversi da quelli non negoziati in trading venues con finalità diverse da quelle di copertura; Ucits strutturati; obbligazioni perpetue; prodotti finanziari con leva maggiore di 1; fondi comuni alternativi (non Ucits) che investono in crediti o in operazioni di cartolarizzazione o in titoli di società in crisi.

 

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