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Consulenza finanziaria: la chiedono i clienti più esperti

3/21/2016

L'overconfidence si riduce al crescere delle conoscenze finanziarie. La propensione a richiedere servizi di advisory è più elevata tra le donne, gli investitori più ricchi e gli anziani


I risparmiatori con un più elevato livello di conoscenze finanziarie mostrano la maggiore propensione ad affidarsi a un esperto. È la principale conclusione cui perviene il nuovo Quaderno di finanza della Consob dal titolo "Financial advice seeking and financial knowledge. Evidence from the Italian market" (il lavoro è in lingua inglese) che indaga il ruolo delle conoscenze finanziarie, effettive e percepite, oltre alla relazione tra conoscenze effettive e percezione delle competenze da parte dei singoli investitori in Italia.

I temi analizzati toccano due aspetti principali: l'eventualità che la consulenza finanziaria possa sopperire ai bassi livelli di alfabetizzazione finanziaria dei risparmiatori italiani e il ruolo dell'overconfidence (ossia la sopravvalutazione delle proprie capacità) nelle scelte finanziarie. Secondo lo studio, “la consulenza sembrerebbe agire in via complementare rispetto alla cultura finanziaria, integrandola nel contribuire al miglioramento delle qualità delle scelte di investimento dei risparmiatori”. 

In particolare, in Italia gli individui “in possesso di limitate conoscenze finanziarie e più sicuri di loro stessi (overconfident), che potenzialmente beneficerebbero più degli altri dei consigli di un esperto, appaiono invece più propensi ad affidarsi ai suggerimenti di parenti e conoscenti (cosiddetto informal advice)”. La domanda di consulenza risulta, inoltre, inversamente proporzionale all'overconfidence che, a sua volta, si riduce al crescere delle conoscenze finanziarie.

La propensione a richiedere il servizio di consulenza appare invece più elevata tra le donne, in genere meno competenti nelle materie finanziarie (e in alcuni casi meno overconfident degli uomini), gli individui di classi di reddito più elevate e i più anziani. Lo studio conferma anche il ruolo della fiducia nel consulente. La propensione ad avvalersi del servizio di consulenza finanziaria è "più elevata tra chi dichiara di sentirsi più motivato a investire quando sente di potersi fidare dell'intermediario a cui si rivolge". Il lavoro mostra, infine, che un elevato livello di educazione finanziaria può rivelarsi estremamente utile "non solo per migliorare le conoscenze degli investitori ma anche, indirettamente, per accrescere la loro consapevolezza nelle capacità finanziarie possedute".

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