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L'Arbitro accende i riflettori sugli "scavalcamenti"

1/7/2019

Le lamentele più frequenti? I servizi di consulenza e il mancato rispetto da parte degli intermediari del criterio cronologico nell'esecuzione degli ordini


Servizi di consulenza che lasciano a desiderare ed errori nell'esecuzioni degli ordini sono le lamentele più frequenti presentate dai risparmiatori negli ultimi due anni all'Arbitro per le controversie finanziare (Acf). Istituito presso la Consob, l'Arbitro dalla sua nascita due anni fa ha ricevuto 1.824 ricorsi con richieste di ristoro per un controvalore complessivo di circa 78 milioni di euro. Tutte le decisioni prese nei primi due anni di attività dell'Arbitro (circa 1.400, di cui 1.100 nel 2018 e 300 nel 2017) sono pubblicate sul sito istituzionale www.acf.consob.it. L'importo medio delle richieste di risarcimento è di circa 52.000 euro con minimo di un euro e un massimo di 500.000 euro, soglia che costituisce il tetto massimo delle istanze giudicabili in sede di Acf.

Lo comunica la Consob in una nota, sottolineando che nel 78% dei casi le decisioni dell'Arbitro hanno accolto in tutto o in parte i ricorsi dei risparmiatori. "Le lamentele più frequenti presentate hanno riguardato i servizi di consulenza e l'esecuzione degli ordini, in particolare il fenomeno degli "scavalcamenti", cioè il mancato rispetto da parte degli intermediari del criterio cronologico nell'eseguire gli ordini dei clienti" ricorda la Commissione in una nota. "I dati – commenta Gianpaolo Barbuzzi, presidente dell'Arbitro – evidenziano che occorre dare sostanza alle regole, superando l'approccio del mero adempimento formale, prevalente tra gli intermediari. D'altra parte i risparmiatori devono avere maggiore consapevolezza dei propri diritti e mettersi in condizione di comprendere l'investimento che stanno valutando. Fare domande prima di decidere riduce il rischio di contenziosi".

Rispetto al 2017, primo anno di lavoro dell'Acf, i ricorsi presentati nel 2018 "si caratterizzano per una maggiore diversificazione delle fattispecie": dei 1.839 ricorsi pervenuti nel 2017 circa 800 (il 40% del totale) provenivano, infatti, da azionisti delle due banche venete in liquidazione; nel 2018, invece, 1.727 istanze su 1.824 si riferiscono a fattispecie diverse. Il numero degli intermediari coinvolti è salito nel 2018 a 132 da 111 dell'anno prima. La provenienza geografica è ben distribuita tra le varie aree del Paese con una lieve prevalenza del Sud (35%) rispetto al 33% del Centro e al 32% del Nord. Negli ultimi mesi del 2018, per effetto dell'entrata in vigore del decreto "mille-proroghe", l'Arbitro si è occupato anche di valutare le richieste di risarcimento presentate dai risparmiatori delle due banche venete in liquidazione (e delle loro controllate) e delle quattro banche in risoluzione dal 2015. Sono stati riconosciuti 40 milioni di risarcimenti a 854 risparmiatori nei limiti e secondo le modalità previste dal "mille-proroghe" (ristoro parziale del 30% e tetto massimo a 100.00 euro).

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