A che punto siamo nella costruzione della leadership femminile? Quali sono i passi da compiere e cosa è stato fatto in Italia e in Europa dalle donne e per le donne? Sono questi alcuni dei temi che hanno animato il dibattito organizzato da Aberdeen Asset Management lo scorso mercoledì 21 maggio.

Anne Richards, cio di Aberdeen Asset Management, ha moderato una tavola rotonda alle quale hanno partecipato un panel di special guests italiane di prestigio: Manuela D’Onofrio, head of global investment strategies di Unicredit Private Banking, Anna Puccio, segretario generale Fondazione Accenture e Elena Zambon, presidente di Zambon Group.

A introdurre i lavori, dopo i saluti di Matteo Bosco, country head di Aberdeen AM, è stata Laura Nateri, senior business development manager dell'asset manager, che ha "scaldato" la platea di donne appartenenti al mondo del business e della finanza, riproducendo il video con l'intervento di Sheryl Sandberg, coo di Facebook, e autrice del libero "Facciamoci avanti" che analizza come ancora oggi solo una piccola percentuale di donne rispetto agli uomini riesce a raggiungere il top nelle proprie carriere e fornisce tre forti suggerimenti su come aiutare le donne dirigenti.

Dopo il video introduttivo i dati non confortanti sull'Italia, presentati sempre da Nateri, hanno evidenziato come nel nostro paese siano ancora molti gli aspetti sui quali intervenire, la presenza delle donne nelle società, e in ruoli dirigenziali, donne maggiormente laureate e preparate ma meno occupate per mancanza di opportunità professionali e il gender gap pay, ossia donne retribuite molto meno rispetto agli uomini nonostante svolgano la stessa attività.

Temi di cui le relatrici della tavola rotonda hanno discusso evidenziando come sia difficile emergere in alcuni ambiti (ad esempio quello finanziario), e soprattutto come la presenza di donne in posizioni di middle-management sia sviluppata in alcune industry, ad esempio quella del pharma, non rappresenti un trampolino di lancio per arrivare ai veritici (Ricordate qualche nome femminile di ceo nelle big pharma?).

 

Certo è che le donne arrivate in alcune posizioni, potrebbero "favorirne" altre. Perché ad esempio non si promuovono donne all'interno del board di alcuni gruppi? E perché quando si parla di presenza nei cda i nomi che girano sono sempre quelli? E soprattutto perché le donne sono quelle più critiche nei confronti delle altre donne? Perché non le votano? O perché non ne agevolano l'ingresso all'interno del proprio team di lavoro? Sembra quasi che siano esse stesse non vogliano perdere il proprio scettro e rimanere le "queen" del proprio ambito.

Ma soprattutto la strada che si presenta più in salita è quella della remunerazione. Un aneddoto raccontato nel corso dell'evento riassume perfettamente la situazione attuale, non solo italiana. "Una manager entra nell'ufficio del suo boss per chiedere un aumento. E si sente rispondere che dovrebbe già essere contenta per quello che ha: un buon lavoro, una bella famiglia, un marito ricco, insomma che cosa pretendere di più?" Eh già perché alle donne chiedere di più non è certo consentito!

E tu cosa ne pensi? Qual è a tuo avviso la maggiore criticità che le donne devono affrontare?

 

Guarda il video e i suggest di Sheryl Sandberg!