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Fuga dalle polizze vita, i consulenti pagano un conto salato

5/3/2023 | Daniele Riosa

Secondo il rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato da Banca d' Italia, “nel comparto vita il rapporto tra l’onere per riscatti e i premi ha continuato ad aumentare, in particolare nei primi mesi del 2023"


I consulenti finanziari e le banche sono le principali vittime della fuga dalle polizze vita che si sta registrando da inizio anno. Lo si legge nell’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato da Banca d' Italia.

Per quanto riguarda il settore assicurativo, gli esperti osservano che “l’alta inflazione e il rapido rialzo della curva dei tassi di interesse privi di rischio si sono riflessi sull’indice di solvibilità medio delle compagnie italiane, che fra giugno e dicembre del 2022 è passato dal 257 al 249 per cento, rimanendo comunque su livelli elevati, prossimi alla media europea (261 per cento a settembre del 2022)”.

“La flessione - scrivono nel report gli analisti di Banca d’Italia - è stata guidata dall’incremento del requisito patrimoniale, riconducibile all’aumentata esposizione ai rischi di tasso di interesse e di estinzione anticipata dei contratti vita. Secondo simulazioni dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass), che utilizzano scenari in linea con gli shock degli stress test bancari attualmente condotti dall’Autorità bancaria europea (European Banking Authority, EBA) e dalla BCE20, ulteriori rialzi della curva dei tassi potrebbero comportare per il comparto vita un calo medio dei fondi propri del 7 per cento”.

Inoltre “la crescita dei rendimenti delle obbligazioni osservata nel secondo semestre del 2022 a seguito del cambio di indirizzo della politica monetaria ha generato un saldo netto negativo tra plusvalenze e minusvalenze non realizzate sugli investimenti delle compagnie. Lo scorso marzo le minusvalenze nette erano pari a 31 miliardi di euro, in riduzione rispetto ai 52 della fine del 2022; l’impatto ha riguardato in prevalenza le compagnie che operano nei rami vita. L’accumularsi di minusvalenze nette non realizzate sugli investimenti in portafoglio ha connotato in particolare la crisi della compagnia Eurovita, che si colloca tuttavia in un quadro caratterizzato da ulteriori e specifiche debolezze strutturali (in particolare, inadeguata gestione dei rischi, limitata dotazione patrimoniale, disimpegno degli azionisti)”.

Nello specifico, “nel comparto vita il rapporto tra l’onere per riscatti e i premi ha continuato ad aumentare, in particolare nei primi mesi del 2023. Alla fine di marzo aveva raggiunto in media l’85 per cento, a fronte del 53 di marzo del 2022, sia per l’incremento del 57 per cento dei riscatti sia per il calo del 4 per cento dei premi. Il fenomeno è stato particolarmente rilevante per le compagnie che distribuiscono attraverso il canale bancario o mediante promotori finanziari (alla fine di marzo il rapporto riscatti su premi era in media del 119 per cento). Il deciso incremento delle estinzioni anticipate dei contratti vita, osservato nel mercato italiano a partire dalla seconda metà del 2022, è dovuto a scelte dei contraenti sia per maggiori esigenze di liquidità generate dal modificato quadro macroeconomico, sia per la ricerca di alternative più profittevoli rispetto aiprodotti di investimento assicurativo”.

“Gli indicatori di mercato ad aprile - conclude il report di Banca d’Italia - mostrano per il settore assicurativo corsi azionari e attese di utili comunque in crescita”.

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