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10/11/2013
Non ci sarà alcun default negli Stati Uniti e gli asset più rischiosi potranno tirare un sospiro di sollievo. E' l'analisi di Eric Chaney, head of research di AXA IM, sulla questione shutdown Usa, a una settimana dalla scadenza del 17 ottobre, data in cui le risorse federali si esauriranno.
Sembra ragionevole, secondo il gestore, presumere che i dati negativi dei sondaggi per i repubblicani, così come l'allarme lanciato sia dalla comunità finanziaria in generale sia da finanzieri rispettati come Warren Buffet, abbiano convinto i repubblicani che la politica del rischio calcolato potrebbe rivelarsi un autogol, se portata oltre un certo limite. E questo limite, potrebbe essere collegato all'ipotesi di un default, e potrebbe essere già stata oltrepassata.
L'accordo potrebbe suggerire che non ci sarà un default. Di conseguenza, questo dovrebbe aver eliminato un grosso ostacolo per l'andamento degli asset più rischiosi, come azioni e valute dei mercati emergenti. Poiché l'economia reale potrebbe essere in qualche modo danneggiata da uno shutdown continuativo e poiché i dati a livello macro saranno assenti o meno affidabili del solito, è molto improbabile che una FOMC guidata dalla Yellen possa decidere di iniziare il tapering in dicembre, anche se i mercati dovessero andare molto bene. Paradossalmente, un incremento significativo dei rendimenti dei Treasury dopo il raggiungimento di un accordo, potrebbero rafforzare la visione secondo cui quei membri del FOMC che credono che l'"irrigidimento finanziario" arbitrario costituisca una buona ragione per procrastinare.
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