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Cosa c'è dietro la frenata della Cina

1/21/2014

Craig Botham, emerging markets economist di Schroders, prevede un andamento più debole nei prossimi anni per il Dragone


La crescita del Pil reale cinese nel 4° trimestre è calata leggermente, al 7,7% anno su anno, rispetto al +7,8% anno su anno del trimestre precedente, superando comunque le aspettative della City. Il dato porta al 7,7% la crescita annuale per il 2013. Di seguito il commento di Craig Botham, emerging markets economist di Schroders.

Il rallentamento, giudicando dai dati di dicembre, è riconducibile all’andamento più debole di produzione e investimenti, che potrebbe riflettere condizioni più rigide di accesso al credito. I consumi e l’edilizia residenziale hanno invece tenuto bene. Scavando più a fondo tra i dati di crescita emergono alcune sorprese. Le esportazioni nette si sono indebolite fino a costituire un freno per la crescita di 0,3 punti percentuali, dopo aver sottratto solo 0,1 punti percentuali alla crescita nel terzo trimestre.

Il fatto che ciò sia avvenuto nonostante una forte performance del commercio dei beni nel 4° trimestre suggerisce un deterioramento nella bilancia commerciale dei servizi. Nel frattempo, gli investimenti sono calati leggermente, contribuendo alla crescita per 4,2 punti percentuali, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al 3° trimestre. Un elemento incoraggiante per il percorso di ribilanciamento dell’economia deriva dai consumi, il cui contributo alla crescita è salito di 0,4 punti percentuali al 3,9%. Tuttavia, siamo ancora al di sotto dei livelli pre-2013 e questo limita fortemente l’ottimismo.

I dati mensili sostengono la tesi che la crescita economica sia legata a solide dinamiche nei consumi delle famiglie. Le vendite al dettaglio sono cresciute del 12,2% anno su anno in termini reali – il tasso di crescita più alto registrato in un anno. Nel frattempo, il settore immobiliare ha riportato una crescita del 35,1% anno su anno nell’avvio di nuovi cantieri in dicembre, dando prosecuzione all’andamento positivo visto a novembre. Tuttavia, con vendite in contrazione dello 0,7% a dicembre, si potrebbe a breve assistere a un rallentamento nel settore, soprattutto con condizioni di liquidità più rigide.

Sfortunatamente, i dati mensili suggeriscono anche una debolezza negli investimenti e nel manifatturiero. La produzione industriale ha rallentato al 9,7% anno su anno, mentre gli investimenti in infrastrutture sono calati fortemente, contraendosi del 3,2% anno su anno. Di nuovo, con condizioni del credito più rigide e in particolare con controlli più stretti sull’indebitamento dei governi locali, è difficile pensare che gli investimenti in infrastrutture possano registrare performance elevate nell’anno in corso.

Nonostante la Cina sia riuscita a chiudere piuttosto bene il 2013, prevediamo un andamento più debole in futuro. Benchè le esportazioni dovrebbero segnare buone performance sulla scia della ripresa globale, l’outlook per gli investimenti è più sconfortante di quanto non sia stato da anni. La spinta a ridurre il credito e a ribilanciare l’economia potrebbe fare le sue prime vittime, anche se ci aspettiamo che i riformisti rallenteranno il passo nel caso in cui il conteggio delle vittime dovesse salire eccessivamente.

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