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Reddito fisso: tempesta passeggera sui mercati emergenti

2/5/2014 | Massimo Morici

La Turchia è un caso isolato e non può essere generalizzato, avverte Paul McNamara, gestore di GAM e responsabile del fondo JB Local Emerging Bond di Swiss & Global. Ecco perché


Molte valute dei mercati emergenti hanno recentemente subito forti svalutazioni, tanto che in molti si chiedono se si verificherà una crisi dei paesi asiatici come quella a cui abbiamo assistito nel 1997. Un’ipotesi tuttavia improbabile, secondo Paul McNamara, gestore di GAM e responsabile del fondo JB Local Emerging Bond di Swiss & Global. “L’attuale performance non può essere confrontata con quella del 1997" spiega l'esperto. Oggi, infatti, i mercati emergenti sono molto più solidi e alcune delle banche locali sono posizionate meglio di quelle dei paesi industrializzati. “Quello a cui stiamo assistendo è la fine del modello di crescita che i mercati emergenti hanno seguito dopo la crisi finanziaria” prosegue McNamara secondo cui il tapering avviato dalla Fed è stato solo "la molla che ha dato origine agli sviluppi attuali, e non la loro causa principale".

In questo scenario, le obbligazioni in valuta locale rimangono interessanti, secondo il fund manager di GAM che non vede segnali di bolle, in quanto i mercati emergenti tendono ad avere debiti più bassi. "Misurati in dollari USA, essi rappresentano attualmente circa un terzo della produzione economica globale. Salvo stravolgimenti da questo punto di vista, è improbabile che la classe di investimento perda la propria attrattiva" sottolinea il gestore.

La fluttuazione dei tassi di cambio, inoltre, non costituisce una minaccia. McNamara ritiene improbabile che la loro attuale diminuzione possa costituire un ostacolo per la crescita di lungo periodo dei mercati emergenti, anche se nel breve termine dovremo accettare mercati dominati dalla volatilità. Non solo. Ciò costituisce un'opportunità, poiché le fluttuazioni dei tassi di cambio aiutano ad assorbire gli shock sul breve termine e aumentano la competitività.
 
Le vendite massicce verificatesi l'anno scorso sui mercati obbligazionari, assicura il gestore, erano ampiamente riconducibili alle cosiddette “5 tigri  fragili – fragile five”, cioè India, Indonesia, Sud Africa, Brasile e Turchia, nonché la Russia. “Ma anche in alcuni di questi paesi, ad esempio in India, il processo di adeguamento ha fatto grandi progressi rispetto a quanto generalmente ritenuto” sottolinea McNamanara spiegando che l'India, ad esempio, ha recentemente ridotto considerevolmente il proprio saldo della bilancia commerciale. “Tuttavia - prosegue McNamara - paesi come la Turchia con deficit della bilancia commerciale costantemente elevati continueranno per qualche tempo ad avere dei problemi”.

La Turchia, però, costituisce comunque un'eccezione, e il suo caso non può essere generalizzato, secondo il gestore. I paesi come la Polonia, il Messico, la Romania, la Corea del Sud e l'Ungheria, invece, che sono strettamente integrati nella catena di creazione del valore delle nazioni sviluppate, sono quelli con il maggiore potenziale e stanno già beneficiando della crescita in ripresa di tali economie.

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