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Invesco: economia cinese ancora forte

4/14/2014

Il rallentamento degli ultimi mesi è in linea con le recenti riforme adottate dal Paese, con l’obiettivo di passare da un’economia trainata dall’export a una guidata dai consumi domestici


"La crescita dell’economia cinese è ancora molto forte, intorno al 7%-7,5%, nonostante il rallentamento degli ultimi mesi: tale risultato vale di più rispetto al 10% di dieci anni fa, grazie allo sviluppo raggiunto dall’economia odierna". E’ questa l’analisi di Corinna Lau, head of Asian products di Invesco che vede nel rallentamento un elemento positivo per l’economia cinese.

"Questo rallentamento è in linea con le recenti riforme adottate dal Paese, con l’obiettivo di passare da un’economia trainata dall’export a una guidata dai consumi domestici e raggiungere, così, un tasso di sviluppo stabile nel medio-lungo periodo”, spiega Lau. “Infatti, già oggi l’andamento delle esportazioni non contribuisce più alla formazione del Pil del Paese, sebbene l’export mantenga una propria importanza per creare lavoro e aumentare la ricchezza, mentre il sostegno del consumo domestico è diventato preponderante, sviluppando un ciclo virtuoso in grado di portare maggiore stabilità”.

Inoltre, il contributo alla crescita del settore terziario ha superato per la prima volta quello del settore secondario e le imprese a controllo statale hanno ora un peso inferiore di quelle a controllo privato. Secondo la manager, “per avere una crescita interna, non legata all’export, la base di consumo deve passare dall’industria pesante e delle materie prime a quella più legata alla creatività e innovazione. E creatività e innovazione possono arrivare solo dalle imprese private”.

Questa metamorfosi dell’economia comporta conseguenze anche per l’azionario cinese che può essere visto positivamente in prospettiva, anche perché le sue valutazioni sono più contenute di quelle degli altri principali mercati. "La ragione è che anche qui sta avanzando una trasformazione che però deve ancora completarsi, dato che la composizione degli indici di borsa è ancora in buona parte legata alle imprese che potremmo definire della Cina statalista. Sono queste ad aver reso performance poco brillanti negli ultimi tempi”, conclude Lau. "Se guardiamo all’indice, abbiamo un’idea distorta di quella che è oggi l’economia cinese: anche in questo campo si stanno affermando le imprese private".

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