Tempo di lettura: 3min

Petrolio: i fattori che muoveranno i prezzi nel breve termine

12/10/2014

Sul settore energetico pesa la mancanza di un taglio significativo dell’offerta, scrivono Todd Heltman e Jeff Wyll, senior energy analyst di Neuberger Berman. Fari puntati su...


Di seguito pubblichiamo un commento a cura di Todd Heltman e Jeff Wyll, senior energy analyst di Neuberger Berman sull’Opec e il contesto energetico internazionale. 
 
È probabile che l’apparente riluttanza dell’Opec sul sostegno ai prezzi del petrolio continuerà a tenere sotto pressione il settore energetico e a spostare l’attenzione verso i tagli di produzione da parte dei produttori americani di shale.
 
Il 27 novembre, giorno del Ringraziamento, l’organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) ha annunciato l’intenzione di mantenere, invece che ridurre, le sue precedenti quote di produzione pari a 30 milioni di barili al giorno, deludendo molti investitori e facendo calare i prezzi del petrolio di circa il 6% da livelli già non elevati. Al 1° dicembre i prezzi del WTI e del Brent crude (i parametri di riferimento del petrolio) erano rispettivamente a 69 e 73 dollari dopo un leggero recupero da minimi precedenti. Se i Paesi dell’Opec rispetteranno questa quota, questo equivarrà ad avere un piccolo taglio di offerta, dal momento che i membri hanno continuato dall’inizio dell’anno a produrre più della quota decisa. Tuttavia, alla luce della loro storia più recente, abbiamo motivo di restare scettici sulla loro cooperazione.
 
Sui prezzi del petrolio e del settore energetico pesa la mancanza di un taglio significativo dell’offerta e di commenti a sostegno dei prezzi, dato che pare che l’Opec questa volta non voglia intervenire difendendo i prezzi. Dà anche credito alle teorie secondo cui i membri dell’Opec vogliono che i produttori americani di shale contribuiscano a “bilanciare” il mercato del petrolio, dato che tutta la crescita nell’offerta non proveniente dall’Opec negli ultimi 3 anni è stata trainata dal nord America. In questo contesto, il consensus degli analisti sulla forbice dei prezzi del petrolio si muoverà su 65-80 dollari per il WTI e su 70-85 dollari per il Brent nel medio termine, anche se i prezzi potrebbero muoversi verso (o addirittura oltrepassare) il limite inferiore della forbice nel breve termine finché il mercato non avrà assorbito i tagli di produzione da parte delle società di prospezione e produzione nord americane. Alcuni di questi tagli sono già stati fatti ma è probabile che non ne sentiremo di nuovi fino a gennaio, quando saranno disponibili i prossimi report societari.
 
Andando oltre, riteniamo che i fattori in grado di muovere i prezzi del petrolio nel breve e nel medio termine saranno il commento americano delle società di prospezione e produzione sul taglio del budget, le previsioni per la crescita del Pil e l’elasticità del prezzo della domanda. I titoli delle aziende di prospezione e produzione di più alta qualità scontano ora prezzi del petrolio di 65 - 75 dollari mentre i nomi di qualità inferiore stanno scontando 60-65 dollari, anche se è probabile che questi ultimi restino sotto pressione. Nel frattempo continuano ad essere a rischio le società di servizi legati al petrolio, dato che è verosimile che i tagli alla spesa di prospezione e produzione porteranno ad una crescita inferiore della top line così come le concessioni sul prezzo che schiacciano i margini. Riteniamo che le società di prospezione e produzione che fanno leva sul gas naturale e le società integrate/di raffinazione offrano performance relative sopra la media.
 
Nel complesso, non crediamo che il limite inferiore di questa fascia di prezzo sia sostenibile nel lungo periodo dato che si trova al di sotto del costo marginale di produzione delle aziende, anche se può essere necessario nel breve e medio termine per rallentare la crescita dei bilanci stressati delle società americane dello shale. Nel periodo più lungo, ipotizzando un’economia globale in salute e in crescita (e, quindi, una crescita incrementale della domanda globale di petrolio di almeno 1 milione di barili al giorno), saranno necessari prezzi del petrolio vicini al costo marginale di 80-90 dollari al barile per incentivare le società ad aumentare la produzione per soddisfare la domanda. Questo potrebbe portare in definitiva a valutazioni più elevate per i titoli delle aziende di prospezione e produzione, di recente messi sotto pressione.
 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?