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ING IM, ecco le due asset migliori del 2015

12/18/2014

Il 2015 sarà ancora l'anno degli asset rischiosi, con i mercati azionari che diventeranno meno dipendenti dagli Stati Uniti. Sul fronte dei mercati emergenti, però, bisognerà fare attenzione. Sono i punti dell'analisi degli esperti di ING IM


Il 2015 sarà ancora l'anno degli asset rischiosi, con i mercati azionari che diventeranno meno dipendenti dagli Stati Uniti. Sul fronte dei mercati emergenti, però, bisognerà fare attenzione alla Cina. Sono i punti dell'analisi degli esperti di ING IM, nel loro outlook per il prossimo anno. 

 

ING IM prevede che equity e real estate saranno le asset class più forti nel 2015, mentre i tassi di interesse potrebbero salire leggermente rispetto ai livelli attuali negli Usa sulla scia della stretta da parte della Fed. Una limitata pressione sui rendimenti dei bond potrebbe materializzarsi in Germania e in Giappone.

 

Valentijn van Nieuwenhuijzen, head of multi asset di ING IM spiega: “Nel corso del 2015, gli squilibri globali continueranno a pesare sulla crescita e sulla fiducia degli investitori, ma le politiche non ortodosse delle banche centrali manterranno accomodanti le condizioni generali della liquidità e sia gli Usa sia il Giappone sono pronti a crescere oltre il potenziale. Il Giappone rimane il nostro mercato preferito. L’Eurozona non risolverà totalmente i suoi problemi nel 2015, ma i titoli azionari della regione continueranno a offrire rendimenti interessanti. I timori legati al rallentamento della Cina e alla deflazione europea, peseranno indubbiamente sugli investitori. Tuttavia, restiamo ottimisti dato che i mercati sviluppati stanno entrando nel periodo di ripresa più sostenuto dalla crisi e i premi per il rischio sembrano attraenti".


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“Riteniamo che i timori di bolle siano esagerati e vediamo valutazioni tirate solo nei prodotti obbligazionari a spread. Tuttavia, la bassa crescita nominale e l'invecchiamento della popolazione continuano a spingere gli investitori verso la ricerca del rendimento, mentre le aspettative di default sono basse. Altri comparti del mercato, come ad esempio titoli di stato, real estate o azioni, offrono ancora premi per il rischio pari o superiori alla media di lungo termine. Un rinnovato rafforzamento nella dinamica di crescita globale in generale favorirà gli asset rischiosi nelle fasi iniziali del 2015”.

 

1. I mercati azionari diventeranno meno dipendenti dagli USA

 

Secondo ING IM, la crescita degli utili non sarà più l’elemento trainante nel 2015 nel comparto azionario, e laddove le aziende Usa vedranno un rallentamento, le aziende europee e giapponesi potrebbero invece registrare vedere un’accelerazione nella crescita dei profitti.

 

Patrick Moonen, equity strategist di ING IM ha dichiarato: “Per il prossimo anno ci aspettiamo un mercato azionario meno legato agli Usa, che vedranno un rallentamento della crescita degli utili e una politica monetaria più restrittiva. Nella zona euro e in Giappone, invece, le politiche monetarie accomodanti e l’effetto positivo dei tassi di cambio, porteranno a un’accelerazione delle prospettive di crescita degli utili. In generale, le aziende hanno liquidità da spendere, ma contemporaneamente vediamo crescere le differenze tra le valutazioni azionarie nelle diverse regioni. Il Giappone è il nostro mercato preferito grazie al trade-off favorevole tra valutazioni e crescita. Le valutazioni degli Stati Uniti sono un po’ care, anche se non rischiano di certo una bolla. Altri buyback negli Stati Uniti potrebbero addirittura compensare la bassa crescita degli utili”.

 

“Il destino dell'Eurozona dipenderà dalle decisioni dei policymaker, ma nella regione sarà possibile trovare opportunità sia sul fronte del dividend yield sia sui titoli growth. Le valutazioni nell'Eurozona e in Giappone saranno quindi sostenute dall’andamento degli utili e dai cicli di politica economica e monetaria”.

 

2. La Cina rimane il rischio maggiore per i Mercati Emergenti

 

ING IM ritiene che i mercati emergenti dovranno superare ostacoli importanti nel 2015, in particolare per l’atteso rallentamento dell'economia cinese. Questo influenzerà gli altri mercati emergenti soprattutto a livello di scambi commerciali, mentre la normalizzazione della politica monetaria metterà ulteriore pressione sui flussi di capitali verso i paesi in via di sviluppo. La capacità dei policymaker degli emergenti nell’attuare le riforme rimane un fattore cruciale nel favorire la crescita economica e l'andamento di questi mercati.

 

Maarten-Jan Bakkum, Emerging Markets Strategist di ING IM ha detto: “C'è una continua pressione sulla crescita dei mercati emergenti, nonostante il miglioramento della domanda da parte dei mercati sviluppati. In prospettiva, sono due i maggiori rischi a livello globale, vale a dire il rallentamento della Cina e la normalizzazione della politica monetaria, che continueranno a influenzare i flussi di capitale verso questi mercati. Abbiamo inoltre identificato tre ostacoli endogeni alla crescita: un rapido aumento dell’indebitamento che porti squilibri macro e vulnerabilità nel sistema, il persistere di rigide condizioni finanziarie nei mercati emergenti e un modesto quadro degli investimenti con perdita della competitività. In assenza di riforme, potrebbe essere necessaria un’ulteriore svalutazione monetaria allo scopo di ridurre gli squilibri macro e generare nuova crescita”.

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