Tempo di lettura: 2min
1/15/2015
Abbiamo bisogno di più liquidità, non meno. E' la tesi del commento di Eric Lonergan, gestore multi asset M&G, che parla in vista delle mosse della Bce.
Molti economisti danno per scontato che le banche centrali abbiano raggiunto il livello più basso possibile per i tassi d’interesse (il cosiddetto “zero bound”), avendo ormai dato fondo alle misure di politica convenzionali. Lasciamo stare l’idea di abbandonare la carta moneta. L’aspetto curioso di questo assunto è la convinzione che si sia raggiunto lo “zero bound” sui tassi d’interesse.
Come possiamo ridurre ulteriormente i tassi d’interesse? Cominciamo con il definire il “vero zero bound” (true zero bound o TZB). Limitandoci agli Stati Uniti, il tasso d’interesse ufficiale più facilmente comprensibile è il tasso di sconto. Si tratta del tasso d’interesse al quale gli istituti di deposito (le banche) possono contrarre prestiti con la Federal Reserve.
Ok, quindi oggi le banche possono contrarre prestiti a un giorno, a fronte di una garanzia, a 75 punti base. Non mi sembra proprio uno “zero bound”. Prestare a soggetti non bancari, estendere la scadenza, allentare i requisiti di garanzia e ridurre il tasso d’interesse. Logicamente, il TZB si configura quando la banca centrale concede prestiti a chiunque a scadenze infinite, a un tasso d’interesse nominale pari a zero, in quantità illimitate, senza chiedere garanzie. Qualsiasi attività può essere finanziata a tassi d’interesse zero, quindi tutti i tassi d’interesse sono zero.
Inutile dire che non ci siamo neanche vicini … da nessuna parte. Ed è altrettanto inutile dire che funzionerebbe. Se una banca centrale adottasse un TZB illimitato ci sarebbe un’impennata della domanda, poi inflazione e, se non la smettesse, iperinflazione. Quindi, se vogliamo ridurre ancora di più i tassi d’interesse, ci sono due opzioni. Muoversi gradualmente, un passo alla volta, verso il TZB, oppure andare dritti al TZB, ma su scala limitata.
La BCE sta già procedendo sulla prima strada. Questo sono le TLTRO e le altre misure adottate: un’estensione graduale delle scadenze e un rilassamento dei requisiti di garanzia. Indubbiamente l’ “espansione del credito” della Fed e gli acquisti di ABS da parte della BCE sono un tentativo di concedere prestiti al di là del sistema bancario.
Dunque proviamo davvero con i tassi d’interesse zero. L’economia statunitense non ha più bisogno di stimoli, ma l’Eurozona chiaramente sì. La BCE dovrebbe adottare lo “zero bound”, destinando magari il 3% del PIL all’erogazione di prestiti a scadenza illimitata a tassi d’interesse zero, a chiunque li richieda. Se non funziona, potremo pensare a misure non convenzionali.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie