A sostenere i mercati azionari quest’anno saranno ancora una volta gli Stati Uniti d’America. L’economia USA nel 2015 continuerà, infatti, a crescere a ritmi sostenuti, così come le aziende continueranno a mostrare una robusta capacità di fare profitti, mentre la crescita dei dividendi contribuirà a spingere ancora in alto i listini. Ne è convinto Dominic Rossi, CIO (Chief Investment Officer - nella foto) Globale Azionario di Fidelity Worldwide Investment, che ha presentato durante una conferenza con la stampa finanziaria europea, assieme ad Andrew Wells, CIO Globale del Reddito Fisso, l’outlook per il 2015. “Se dal 2003 al 2008 - spiega Rossi - a spingere i mercati azionari è stata la crescita dei paesi emergenti che hanno sovraperformato le economie sviluppate grazie ai prezzi delle commodity, più alte a seguito del dollaro debole, ora la fase di rialzo dei mercati azionari è principalmente una storia legata alla leadership degli Stati Uniti in settori quali il farmaceutico, il biotech e i tecnologici”. In Europa, il capo economista azionario valuta positivamente l’azione della Bce, guidata da Mario Draghi, e ritiene che non vi sia “un particolare rischio di deflazione nei prossimi mesi”. Il Vecchio Continente, tuttavia, deve ancora superare la sfida delle riforme strutturali e far ripartire la crescita. Al contempo l’euro debole può costituire un significativo supporto per le esportazioni, soprattutto in combinazione al calo del prezzo del petrolio e ai prezzi deboli delle materie prime di cui potrebbe trarre vantaggio il settore industriale. Questi tre fattori, infatti, “agiscono come una sorta di taglio fiscale sulle attività economiche in generale”.

Nei paesi emergenti, invece, vi sarebbero interessanti opportunità in Asia e, in particolare, in Cina e India, che sarebbero ben posizionate per beneficiare di alcuni importanti trend, fra cui le riforme economiche e il calo del prezzo del petrolio. Molte altre economie emergenti dovranno superare diversi ostacoli. Tra tutti, secondo Rossi, il dollaro forte, che costituisce da sempre un vento contrario per le economie basate sulle esportazioni di materie prime e che presentano significative passività in dollari. “Il modello basato sulle sole esportazioni - spiega Rossi - ormai non è più sufficiente a sostenere molte economie emergenti che dovranno attuare riforme strutturali per orientarsi verso uno sviluppo del mercato domestico per sostenere le proprie imprese”. 

Nonostante raccomandi cautela nel reddito fisso, il team di investimento di Fidelity Worldwide Investment non vede una crescita dei tassi di interesse nell’immediato futuro negli USA. “In Europa, la politica monetaria della Bce costituirà un vento favorevole per il credito, mantenendo bassi i rendimenti e gli spread dei titoli governativi. Negli USA i prezzi scontano già un aumento moderato dei tassi, pertanto presumibilmente i rendimenti obbligazionari aumenteranno in modo sostanziale soltanto se vi sarà una ripresa significativa della crescita e delle aspettative inflazionistiche”. 

In termini di opportunità, Wells vede con favore il debito emergente: “L’Asia - aggiunge - offrirà alcune delle migliori opportunità di investimento in ambito obbligazionario. Con l’arrivo del 2015, la tentazione per gli investitori di ridurre la duration può essere forte, ma la diversificazione è lo strumento più efficace per la gestione del rischio di tasso d’interesse. In particolare sarà premiante nel 2015 l’investimento in diversi mercati, che consente di sfruttare le divergenze dei cicli economici delle diverse geografie”.