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Azioni: difficile guarire dallo shock della crisi del 2008

2/3/2015

I bassi tassi di interesse e il prezzo del petrolio dimezzato sta spingendo gli investitori quest'anno verso l'azionario


A spingere gli investitori verso l’azionario non ci sono solo i tassi di interesse ai minimi livelli, schiacciati dall’ultimo QE lanciato dalla Bce, ma anche il dimezzamento del prezzo del greggio. Attenzione, però: il vero problema per l’economia fa notare Dave Fishwick (nella foto), head of macro and equities investments in M&G Investiments, in un recente commento, non è una crescita interrotta, “ma una mancanza di ottimismo nel condurre le imprese e in consumatori a spendere e investire. I politici non sono finora riusciti a superare questo problema. Ma potrebbe riuscirci il massiccio crollo del petrolio per conto loro”.

Tuttavia, secondo Fishwick, è difficile per gli investitori scrollarsi di dosso lo spettro del 2008, quando i listini crollarono e nella sola Europa si persero 4.000 miliardi di euro nelle borse.  “La lezione appresa nel 2008 - spiega Fishwick - è che l’illiquidità rappresenta un rischio. Dunque quando i mercati azionari precipitano in modo irrazionale, stiamo assistendo a panico e alla domanda di premi di rischio più elevati per l’illiquidità percepita”. Per il gestore nei prossimi mesi emergeranno altri fattori che contribuiranno alla volatilità dei mercati. Quali? Fishwick ne menziona sostanzialmente uno: il probabile (per alcuni ormai certo) aumento dei tassi di interesse negli USA, che potrebbe causare inizialmente una forte turbolenza sui mercati.

In questo contesto, suggerisce di puntare su un’accurata selezione di titoli azionari e di usare molta prudenza nell’acquistare direttamente asset correlati alle materie prime: se hanno ragione i ribassisti, i problemi di credito diretti nei settori petrolifero e gassoso causeranno un crollo immediato negli investimenti in questi segmenti, per poi contagiare altri settori. Per Fishwick, infatti, non possiamo semplicemente presumere che i prezzi del petrolio ritorneranno ai livelli precedenti. "Negli ultimi anni - conclude - sta diventando sempre più evidente che dobbiamo essere prudenti rispetto all’idea che esista un qualche livello di equilibrio in tutti gli ambiti”.

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