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5/12/2015 | Redazione Advisor
Il taglio dei tassi non basta. E' l'opinione di Craig Botham, emerging markets economist di Schroders, sulla Cina, dopo che durante il fine settimana, con una manovra che dovrebbe rivelarsi utile incrementalmente, la Banca centrale cinese (PBoC) ha ridotto ulteriormente i tassi d’interesse di riferimento sui depositi e sui prestiti.
Sia il tasso d’interesse sui prestiti sia quello sui depositi sono stati ridotti di 25 punti base, rispettivamente al 5,1%, e al 2,25%. Allo stesso tempo, il tetto per i depositi è stato aumentato a 1,5x da 1,3x precedenti; se lo desiderano, le banche possono offrire dei tassi d’interesse sui depositi leggermente superiori rispetto a prima.
Fino ad ora, i tagli dei tassi hanno ristretto i margini netti sugli interessi delle banche, le quali non si sentivano in grado di abbassare i tassi sui depositi ma erano costrette a ridurre quelli sui prestiti già erogati.
Di conseguenza, il tasso di interesse sui nuovi prestiti, importantissimo per i costi di rifinanziamento, è rimasto elevato, in quanto le banche hanno tentato di riguadagnare i loro margini ridotti. Questa volta, però, le banche quotate hanno ridotto i tassi d’interesse, sia sui depositi sia sui prestiti, suggerendo non solo una minore pressione sui margini netti sugli interessi, ma anche un impatto marginale superiore sul costo del debito per le imprese e le famiglie.
Il report trimestrale della PBoC ha rivelato che, nonostante l’introduzione di misure di allentamento monetario, i tassi effettivi rimangono alti, e una bassa inflazione implica che i tassi effettivi reali siano più elevati oggi rispetto alla media del 2014.
Dato l’apparente cambiamento di marcia verso un maggiore allentamento, ci aspettiamo un allentamento monetario più sostenuto per il resto del 2015, in pratica aumentando l’impulso in una fase preliminare rispetto a quella che avevamo previsto per il 2016. Un’implicazione potrebbe essere che i dati macroeconomici di aprile sono stati più deludenti del previsto: senz'altro quelli sul commercio e gli indici PMI fino ad ora lo suggeriscono. Molto probabilmente la crescita del PIL cinese rallenterà ulteriormente nel corso del secondo trimestre.
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