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Saxo Bank: la Cina agisca prima che sia troppo tardi

7/9/2015

"La Cina deve agire per evitare che la crisi diventi anche politica", spiega Ole Sloth Hansen, head of commodity strategy di Saxo Bank


E' il tema che più sta preoccupando i mercati finanziari in queste ore. In Cina, le ultime ore per le borse sono state di panico: sono crollateShangai e Shenzen, in profondo rosso anche Hong Kong. "La Cina deve agire per evitare che la crisi diventi anche politica", spiega Ole Sloth Hansen, head of commodity strategy di Saxo Bank.  

 

 

"Siamo stati molto scettici riguardo il potenziale dell'economia cinese e la nostra previsione per la sua crescita ben al di sotto del consensus rifletteva questi dubbi. In mezzo al caos attuale in Cina, una cosa è assolutamente chiara: l'economia cinese deve orientarsi verso un sistema più “occidentale”, guidato cioè dalla domanda, e non può più contare sulla crescita alimentata unicamente dagli investimenti.

 

Il rendimento degli investimenti in Cina si è semplicemente ridotto troppo e la politica di un debito sempre più in crescita, sia privato che pubblico, è stata necessaria per mantenere la crescita vicino agli obiettivi dichiarati. La nostra principale preoccupazione circa l'economia cinese è che questo riequilibrio verso un'economia maggiormente basata sul consumo possa avvenire troppo lentamente. Mentre questa lentezza significherebbe meno dolore a breve termine, dato che l'economia può ancora contare sugli investimenti, a lungo termine non farebbe che accrescere maggiormente l’entità del problema. I recenti interventi della banca centrale - la Banca Popolare Cinese ha tagliato il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche commerciali se soddisfano alcuni standard di prestito e ha tagliato il tasso di interesse di riferimento di 25 punti base - sembrano poco coerenti considerando i dati economici. Ciò è particolarmente strano date le preoccupazioni per gli investimenti finanziati da debiti nel mercato azionario. La conseguenza di questi investimenti alimentati dal debito con la Borsa crescita esponenziale, è ora avvertita in modo molto drammatico in Cina dove milioni di investitori stanno cercando di minimizzare le perdite vendendo disperatamente i loro portafogli. Vendite, che si sono trasformate in una fuga precipitosa dopo il fallimentare intervento governativo durante il fine settimana, e che hanno portato in sole tre settimane un crollo del 33% dello Shanghai Index.

 

Abbiamo visto i dati economici, inclusi quelli sulla fiducia (PMI), stabilizzarsi dopo una certa debolezza nei primi mesi del 2015, e alcune manovre della banca centrale messe in campo per contrastare la debolezza dei mercati azionari. Ma finora la PBOC è risultata decisamente perdente in questo sforzo. Questo ci porta a prevedere che saranno effettuati altri tentativi per arginare il tracollo borsistico, prima che si trasformi, da essere una questione finanziaria a diventare un problema politico per i governanti di Pechino.

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