“Di per sé l’impatto del referendum greco sui mercati finanziari è stato marginale visto che la natura dei quesiti presentati al popolo ellenico verteva su un piano di aiuti non più in essere. Diverso e diametralmente opposto è invece l’effetto che il referendum greco ha da un punto di vista politico”. Giovanni Brambilla (nella foto), ceo e cio di AcomeA, non sembra particolarmente preoccupato dal possibile impatto delle ultime vicende in Europa sui mercati. Ad AdvisorOnline.it spiega la strategia di investimento alla luce degli ultimi sviluppi nell'area euro.

Visto il risultato del referendum in Grecia quali saranno le conseguenze per i mercati finanziari?
I greci hanno rigettato con forza le imposizioni dei partner europei per la concessione di nuovi aiuti ma, allo stesso tempo, hanno espresso la ferma volontà di restare all’interno della cornice della moneta unica. Se l’esito del referendum greco sarà il preludio a un’uscita del paese dall’area della moneta unica questo potrà rappresentare un punto di partenza per dare nuova linfa ai movimenti antieuropeisti che da più parti nel Vecchio Continente trovano sempre più consenso. Fatti nuovi, come l’uscita di un paese dall’euro o l’insolvenza di uno stato europeo, hanno la principale valenza negativa nella situazione di incertezza che generano. Posto che il mercato sconta già parzialmente il problema greco, da anni al centro del dibattito economico - politico, si può ipotizzare che diversa potrebbe essere la reazione dei valori finanziari a seconda che le Autorità europee siano in grado di fornire un segnale chiaro di gestione ordinata della crisi, o meno. Quanto più gli operatori percepiranno che le Istituzioni abbiano il controllo degli eventi e presentino un piano di gestione con una logica condivisibile, tanto meno l’incertezza verrà scontata dal mercato con prezzi più bassi. Se la Grecia dovesse uscire dall’area euro si creerebbe un precedente che farebbe crollare il mantra dell’irreversibilità dell’euro. I mercati potrebbero allora chiedersi chi sarà il prossimo paese a trovarsi in questa situazione concentrando l’attenzione su fondamentali economici e di sostenibilità del debito non riflessi nelle attuali valutazioni di mercato. Sappiamo che prendere decisioni dettate dall’istinto o sulla base del susseguirsi delle notizie rischia di far perdere il quadro generale della situazione e di operare su prezzi alterati dal contesto di incertezza. Ecco perché in AcomeA ci affidiamo al nostro stile di gestione e valuteremo con cautela e attenzione le eventuali opportunità offerte dall’attuale contesto di volatilità sui mercati.

Quali opportunità vedete ora sul fronte del reddito fisso?
I rendimenti dei Paesi “più solidi” nell’area euro sono storicamente non lontani dai minimi di sempre nonostante il recente storno dei mercati obbligazionari, che ha sicuramente fatto fare i conti con la realtà a tutti gli investitori. D’altro canto i rendimenti dei titoli dei paesi periferici non rispecchiano in alcun modo i fondamentali dei paesi, ma sono anch’essi compressi dall’attività di “financial repression" della banca centrale. Ove costretti ad investire in Europa riteniamo quindi che sia meglio moderare il rischio di tasso e privilegiare i titoli indicizzati all’inflazione. Dal canto nostro, da diverso tempo abbiamo scelto di ricercare opportunità di rendimento al di fuori dell’area euro, concentrando la nostra attenzione sui Paesi Emergenti con particolare attenzione su Indonesia, Russia, Brasile, Messico, Turchia e Sud Africa, Paesi che negli ultimi tempi sono stati penalizzati dal ribasso del prezzo delle materie prime e dai timori legati al rialzo del tasso di riferimento da parte della Fed.


SCOPRI I FONDI CHE INTENDONO COLLOCARE I TUOI COLLEGHI SU ADVISORPROFESSIONAL


Sul fronte azionario quali sono le aree più interessanti?
Per il nostro stile di gestione attivo, rivolto al valore e che non segue in generale il trend di mercato, le aree di maggiore interesse sono: l’Europa con focus sui settori telecomunicazioni e farmaceutico e l’Italia con particolare riferimento al settore finanziario; il Giappone e in particolare quei titoli legati all’export de che possono beneficiare di uno yen debole; gli emergenti concentrandosi su Cina, Brasile ed in misura minore su Russia e Grecia.

AcomeA è stata tra le prime SGR in Italia a vendere direttamente i propri fondi sul proprio sito online. Pensa che il canale diretto SGR - cliente finale si possa sviluppare in futuro?
È molto difficile dire oggi quali sviluppi futuri potrà avere questo canale. Quello a cui assistiamo è un rapporto cliente - consulente molto consolidato. In AcomeA abbiamo aperto per primi alla possibilità di acquistare direttamente online i nostri fondi con un risparmio sulle commissioni di gestione del 50% perché scorporate dal servizio di consulenza. A tre anni dal lancio della nostra classe A2, l’esperienza e i numeri dimostrano che il canale diretto SGR - cliente resta ancora marginale e rivolto a un pubblico di nicchia. Il limite principale allo sviluppo di questo canale riteniamo derivi dalla scarsa cultura finanziaria degli italiani. Fino a che i risparmiatori non ridurranno il gap di alfabetizzazione finanziaria rispetto a mercati più maturi, la consulenza continuerà a giocare un ruolo necessario e indispensabile per guidare le scelte di investimento. In futuro, dato anche l’avvicinamento dell’entrata in vigore della MiFID II, credo che il canale potrà avere certamente uno sviluppo importante che porterà benefici all’intero sistema, compreso il servizio di consulenza che vedrà esaltate le proprie competenze.