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8/18/2015
Il 2015 si chiuderà, per i paesi del G20, con una crescita del 2,7%. Il 2016 potrebbe registrare una crescita del 3%, ma le previsioni sono a rischio e ancora lontane dal tasso medio di crescita precedente alla crisi finanziaria. Ad affermarlo gli esperti dell'agenzia di rating Moody's che nel loro rapporto sulle prospettive economiche 2015-16 si allineano a molti altri analisti indicando Cina, Fed e Grecia come i fattori di maggiore rischio per la crescita globale.
"La ripresa negli Usa e, in misura minore, nell'Eurozona e in Giappone sarà compensata dal perdurante rallentamento della Cina, dalla crescita bassa o negativa in America Latina e dal recupero solo parziale della Russia dopo la recessione di quest'anno" scrive l'autrice del report Marie Diron che indica come rischio maggiore la "forte o duratura correzione dei prezzi degli asset in Cina". Non solo. Secondo l'esperta si potrebbe generare una possibile reazione disordinata alla prevista stretta sui tassi statunitensi e all'ipotesi di uscita della Grecia dall'Eurozona.
Entrando nel dettaglio delle previsioni: per la Cina, Moody's prevede una crescita del 6,8% quest'anno e del 6,5% l'anno prossimo per arrivare a un tasso attorno al 6% alla fine del decennio. Per quest'anno, invece, l'agenzia di rating stima per l'Italia e per la Francia una crescita dell'1% o sotto tale soglia. I tassi di crescita di Italia e Francia, spiega l'agenzia "non saranno sufficienti a far calare la disoccupazione in modo significativo". L'Eurozona nel complesso trae, invece, benefici dall'euro debole e dai bassi prezzi del petrolio ma una volta che questi effetti si saranno "esauriti", la crescita non supererà l'1,5% "per molti anni a venire". Nel 2016 la crescita economica dell'Italia si attesterà appena sopra o intorno all'1%. Stesso discorso per la Francia.
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