Il futuro e la sostenibilità dell'alimentazione non è solo il filo conduttore dell'EXPO 2015 di Milano, ma è anche un importante tema di investimento per l'industria del risparmio gestito. Soprattutto per i fondi SRI (investimenti socialmente responsabili) che utilizzano un approccio ESG, ossia attento all'ambiente, al sociale e alla governance. "Nei fondi sostenibili è presente anche il settore alimentare (tra i beni di consumo primari, ndr) e le società attive in questo comparto o che hanno a che fare con la filiera degli alimenti, dall'agricoltura alla gdo, possono arrivare a pesare per il 10% del portafoglio" spiega Isabel Reuss (nella foto) vice presidente e senior portfolio manager european equity SRI di Allianz Global Investors (31 miliardi di euro in gestione e mandati negli investimenti SRI su un totale di 450 miliardi di euro di AUM).

AdvisorOnline.it l'ha incontrata in occasione di un recente incontro a EXPO 2015 sulla sostenibilità nel settore food. Reuss ha spiegato i criteri ESG nella fase di selezione titoli del settore alimentare. "Nel processo di stock picking - prosegue - oltre ad ambiente, governance e sociale consideriamo anche quello che consideriamo il parametro più importante e che potremmo chiamare il business behaviour della società, e cioè la sua capacità di innovare, di produrre e commercializzare prodotti sicuri, ma anche di reagire a determinati eventi di particolare criticità".

"Difficile pensare che un'azienda - aggiunge - possa realizzare una performance economica sul lungo periodo senza una corretta gestione del capitale umano e ambientale. Ad esempio, i problemi in cui è incorso un noto produttore di attrezzature sportive, a seguito del boicottaggio da parte dei consumatori nel mometo in cui si è scoperto che l'azienda sfruttava il lavoro minorile, è un caso delle ripercussioni a livello operativo e finanziario a seguito della mancanza di una giusta politica ESG".

Esempi di questo tipo non mancano nel settore alimentare, basti pensare allo sfruttamento della mano d'opera in nero nell'agricoltura e non solo nelle economie emergenti (Reuss ricorda il caso dei braccianti nella raccolta dei pomodori in Campania e Puglia). Ma quali sono i trend del settore alimentare che le aziende dovranno tenere sott'occhio per resistere ai cambiamenti imposti dal mercato? "Un'azienda alimentare non può ignorare una politica ESG - conclude Reuss - anche perché ormai sono i suoi clienti a chiederla. I consumatori emergenti sono i cosiddetti millenials, la fascia di popolazione da 15 - 30 anni, che sono più neutrali sul brand e hanno una maggiore coscienza rispetto ai loro genitori della filiera produttiva, dai fornitori al packaging fino al processo di riutilizzo dei rifiuti".

Ecco perché l'azienda che avrà successo finanziario "sarà quella in grado di produrre un alimento sicuro, sano e accessibile, non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista comunicativo, tramite il web". Quanto al peso del settore alimentare nel portafoglio azionario europeo SRI di Allianz GI, Reuss spiega che la maggior parte è composto da aziende francesi e tedesche. Il fondo è sovrapesato anche sull'Italia, "anche se si potrebbe fare di più in questo Paese: le aziende hanno i numeri per entrare nel portafoglio di un fondo SRI, ma non sanno comunicare i dati che servono alle società di gestione per essere incluse nell'universo di investimento".