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Schroders, il punto sul Dragone

11/11/2015

Craig Botham, emerging markets economist, parla delle prospettive economiche della Cina


Cina, crollo o rallentamento? E' la domanda alla quale cerca di dare una risposta Craig Botham, emerging markets economist di Schroders, sulle prospettive economiche per il Dragone. 

 

Dopo aver trascorso una settimana in Cina ci sentiamo, se non ottimisti, almeno rassicurati che le cose non stiano andando tanto peggio di quanto i dati ci dicano. Imprese, analisti e funzionari sono stati chiari sulle diverse sfide da affrontare, ma sono poche le prove di una crisi in corso. Mentre l’attività economica attuale sembra reggere, continuiamo a preoccuparci per gli anni a venire, a causa di alcuni fattori.

 

Certamente, non tutte le riforme nel settore finanziario sono state attuate facilmente. La svalutazione del renminbi ad agosto ha colto tutti di sorpresa, incluse le imprese di proprietà statale con relazioni forti, che prima non davano molta, se non nessuna, attenzione, al tasso di cambio. Dopo la svalutazione le aziende più spaventate hanno dimostrato un maggior interesse per la copertura valutaria e hanno anche cominciato a ripagare il debito in dollari. Allo stesso tempo, i clienti più facoltosi delle società di gestione del risparmio si sono mostrati più inclini alla diversificazione dei portafogli, allontanandosi dalle asset class denominate in renminbi. Mentre le operazioni di hedging e di rimborso del debito hanno visto un picco e ora diminuiranno, riducendo la pressione sulla valuta, il desiderio di diversificazione farà sì che qualsiasi allentamento dei controlli sulla valuta probabilmente vedrà ulteriori deprezzamenti.

 

Continuiamo ad aspettarci che la crescita cinese eviterà un crollo disastroso, e che invece registrerà un rallentamento. Tuttavia senza riforme di successo il rischio di un “atterraggio brusco” aumenta. Gli interessi corporativi dovranno essere sfidati, se si vorrà far fronte all’allocazione errata delle risorse, in se stessa chiave per passare a una crescita guidata dai servizi. Se si permetterà alle società a controllo statale inefficienti di continuare a dominare, la produttività sarà colpita e la crescita rallenterà molto prima. I prossimi cinque anni saranno decisivi.

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