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Greenwood (Invesco): il QE di BCE e BoJ non è stato un successo

12/2/2015 | Marcella Persola

Per il capo economista di Invesco grazie alla ripresa americana l'economia globale si stabilizzerà


La debolezza dei mercati emergenti non avrà effetto o contagio sui mercati sviluppati. Anzi grazie alla ripresa americana l’economia mondiale si stabilizzerà. A confermarlo è John Greenwood (nella foto), capoeconomista globale di Invesco, che nel corso dell’outlook presentato quest’oggi ha indicato quali sono le prospettive globali per i mercati.

 

Per Greenwood gli USA sono ancora la locomotiva dell’economia globale e con l’inizio di una serie di rialzi dei tassi sui Fed Funds da parte della Federal Reserve a partire dal 16 dicembre 2015, i mercati monetari e creditizi statunitensi si avvieranno verso la normalizzazione, dopo sette anni di anomali tassi bassi. Si tratta di un segnale che, nonostante la debolezza delle economie emergenti, gli Stati Uniti sono di nuovo sulla strada di una crescita regolare. Altro dato positivo riguarda la crescita del credito bancario che è tornato a livelli di alla normalità (6-8%) e quindi anche ipotizzando un irrigidimento delle condizioni del credito, dovuto all’aumento dei tassi, il PIL è atteso in rialzo del 2,6% nel 2016 con un’inflazione all’1,4%.

 

Discorso differente nell’Eurozona dove il livello di indebitamento è ancora molto alto e tale situazione limita la capacità di spesa. Per questo possiamo affermare che ci sarà una crescita anemica. Inoltre la politica espansionistica attuata da BCE e Bank of Japan continuerà a lungo.

 

Secondo l’esperto nonostante gli analisti si focalizzino molto sul QE esso non ha prodotto grande successo, questo perché secondo Greenwood le due banche centrali hanno commesso lo stesso errore, ossia hanno comprato titoli a breve dalle banche attuando una sorta di swap asset senza creare “fresh cash”. Un errore che FED e Bank of England non hanno, invece, compiuto.

 

Se questa è la situazione dei mercati sviluppati, cosa dire invece dei paesi emergenti? Per il capo economista di Invesco le economie emergenti devono affrontare tre problemi principali. In primo luogo, molte di loro hanno permesso tassi di crescita eccessivi della moneta e del credito nel 2009-13; in secondo luogo, la maggior parte di esse dipende ancora eccessivamente da un modello di crescita trainata dalle esportazioni; e terzo, molte dipendono in modo significativo dalle esportazioni di materie prime, in un momento in cui i prezzi delle commodity sono crollati.

 

Sul fronte monetario per il capo-economista di Invesco il dollaro continuerà ad essere forte, e le mosse di BCE e FED renderanno debole l’euro, anche se secondo l’esperto una parità è possibile raggiungerla per la primavera del 2016, poi diventa difficile fare delle previsioni. A livello di asset, invece l’esperto conferma che la parola chiave resta diversificare.

 

Per Sergio Trezzi, managing director, European (ex UK) head of retail sales and client service e LATAM. “c’è troppa enfasi oggi sugli strumenti liquid alternative. Spesso ci si dimentica come funzionano gli hedge. Come Invesco siamo interessati ai macro e ai market neutral ma crediamo vi sia troppa enfasi sui long/short”. E in questo scenario “Invesco chiude un altro anno di grade successo a livello di raccolta, posizionandosi al secondo posto tra le SGR estere in Italia”

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