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1/12/2016
Il 2016 sarà un altro 2008? Se lo sono chiesti i trader nei giorni scorsi segnati da forti turbolenze sui mercati azionari a seguito della nuova svalutazione dello yuan che aumenta i timori di una brsuca frenata alla crescita in Cina. Tornano a chiederselo oggi con il prezzo del petrolio in picchiata sotto i 30 dollari. La scorsa settimana a lanciare l’allarme è stato il finanziere americano George Soros: la politica monetaria cinese "trasferiscono le criticità al resto del mondo" che rischia di rivivere una crisi come nel 2008.
Ora al coro si aggiungono, con toni diversi, anche investitori di peso: Goldman Sachs e JP Morgan. Secondo Christian Mueller- Glissman, equity strategist di Goldman Sachs, l’ondata di vendite scatenata dalla crisi in Cina potrebbe peggiorare nelle prossime settimane. Ma non è il caso di farsi prendere dal panico: ulteriori ribassi creano opportunità per comprare azioni, sottolinea lo strategist. Le preferenze dell’esperto, in particolare, vanno all’azionario Europa, che mostra ancora prezzi inferiori rispetto a Wall Street. La banca d'affari stima una performance dell’8% per lo Stoxx600 nei prossimi 12 mesi. Nonostante abbia raggiunto una fase matura, Goldman Sachs suggerisce inoltre di non abbandonare l'azionario Usa in quanto non vede a breve una recessione nel Paese o a livello globale.
Diversa la view di Mislav Matejka, equity strategist di JP Morgan, che fa notare come il rapporto tra rischio/rendimento oggi sia peggiorato per le azioni. "Rispetto a quanto suggerito negli ultimi sette anno, quando consigliavamo di sfruttare i ribassi per acquistare azioni, ora crediamo che sia giunto il momento di sfruttare ogni rally per alleggerirsi di azioni" spiega Matejka in un report.
Non mancano i catastrofisti. Sono gli economisti di RBS, secondo cui il 2016 sarà un anno da dimenticare per gli investitori con i mercati azionari in ribasso di oltre il 20% e il prezzo del petrolio a 16 dollari al barile. "Vendete tutto eccetto i bond di alta qualità" scrivono in una nota agli investitori, aggiungendo che la corrente situazione ricorda il 2008, quando il crac di Lehman Brothers innescò una crisi di portata globale livello globale.
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