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Emergenti: è il momento di rientrare per GAM

1/13/2016

Secondo Tim Love siamo nella zona più adatta per acquisti contrarian di titoli ciclici con un flusso di cassa positivo


Rialzo dei tassi da parte della Fed, la materializzazione di carry trade positivi, i flussi delle valute dei mercati emergenti diventati negativi mentre i flussi cross-over e quelli azionari hanno sperimentato un’inversione di tendenza. Inoltre, i paesi e i settori legati alle materie prime sono stati colpiti dalla forza del dollaro e dall’inversione del “superciclo”, in seguito al rallentamento cinese negli investimenti immobiliari. Tutto ciò ha creato una "tempesta perfetta": le valute dei emergenti legate alle materie prime sono crollate del 60-65% (real brasiliano, rand sudafricano, lira turca e rublo), mentre i titoli legati alle materie prime hanno perso, in qualche caso, il 90% (Vale, Anglo American Platinum, Harmony).

Cosa accadrà nei prossimi mesi? "Adesso, siamo entrati in quella che possiamo definire la zona più adatta ad avviare gli acquisti contrarian di titoli ciclici con un flusso di cassa positivo. I mercati azionari degli emergenti hanno di recente sottoperformato i loro corrispettivi obbligazionari, soprattutto per le preoccupazioni legate alla volatilità piuttosto che per i fondamentali. Ma, sia che compriamo azioni che obbligazioni, stiamo in ogni caso comprando società sottostanti simili, e la regione vanta alcuni grandi nomi con fondamentali eccellenti" spiega Tim Love, direttore investimenti di GAM.

Con entrambe le asset class esposte alla medesima valuta e agli stessi rischi sovrani, le possibilità di rialzo favoriscono in questo contesto il fronte azionario aggiunge il gestore. "Con le obbligazioni che rimangono proprio adesso più popolari, le azioni possono nel frattempo beneficiare dei flussi cross-over, ossia i flussi dal debito e dai mercati del credito emergenti verso l’azionario degli Emergenti" aggiunge il gestore.

In Paesi come Cina, Taiwan e Corea del Sud, così come in Russia e Polonia, Love preferisce azioni, mentre in Brasile e in Indonesia i rendimenti obbligazionari appaiono leggermente più interessanti rispetto all’equity. "Gli scambi tra mercati sviluppati ed emergenti  - sottolinea Love - hanno funzionato per 5 anni, riportando il confronto del relative value tra emergenti e sviluppati indietro al livello del 2004, livello che si è dimostrato essere il punto di partenza di un rally del 400% nei Mercati Emergenti. Ma si tratta pur sempre di una posizione short concentrata. Con il sentiment in territorio negativo, infatti, assumere una posizione short sugli emergenti è stata la scelta più diffusa. Oggi è il momento di passare alle posizioni lunghe".

Le azioni degli emergenti, fa notare il gestore, trattano oggi ad un considerevole livello di sconto (21%) rispetto alla loro media degli ultimi sei anni, in chiaro contrasto con l’indice S&P 500. Inoltre, il rapporto prezzo/utili è attualmente abbastanza in linea con la media storica. Sul fronte obbligazionario per Love è imbrobabile una riedizione dei sell-off visti nel 1994 e nel 1998. "Nel 2004 - conclude- due tra i principali 10 mercati azionari emergenti avevano un rating investment grade. Oggi, il rating investment grade è assegnato a otto paesi su dieci. Questa condizione significa che i Paesi appaiono finanziariamente sufficientemente solidi per pagare i propri debiti, affrontare un più severo controllo aziendale e sono più accessibili ai compratori internazionali". 

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