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"Mercati emergenti: la pazienza è una virtù dell'investitore"

2/26/2016 | Gaurav Mallik*

Il settore ha subito un duro colpo dopo un periodo di crescita esponenziale alimentata principalmente dagli elevati prezzi delle materie prime, da una domanda cinese che sembrava crescere all'infinito


La pazienza è una virtù e ciò è ancor più vero attualmente per chi investe sui mercati emergenti. Non c'è dubbio che negli ultimi due anni il settore abbia perso il proprio splendore, con i tassi di crescita che faticano ad avvicinarsi ai precedenti picchi. Il settore ha subito un duro colpo dopo un periodo di crescita esponenziale alimentata principalmente dagli elevati prezzi delle materie prime, da una domanda cinese che sembrava crescere all'infinito e da uno scenario favorevole alla crescita mondiale. Proprio l'inversione di tendenza di questi fattori sembra pesare oggi sui risultati dei mercati emergenti. L'asset allocation resta sottoponderata per molti investitori, disperatamente alla ricerca di segnali che dimostrino che sia di nuovo il momento giusto per investire.



Cosa serve
Se da un lato le sfide sono effettivamente importanti per molti paesi emergenti, dall'altro la maggior parte del sentiment negativo è già stato integrato nei prezzi delle attività finanziarie. L'attenzione si è spostata verso i potenziali catalizzatori di un rally, sia nel breve periodo che nel più lungo termine. Nel 2016 gli investitori dovrebbero a nostro avviso tenere d'occhio tre fattori suscettibili di riaccendere il motore della crescita dei mercati emergenti, ossia, la Cina e l'associato andamento dei prezzi delle materie prime, i cambi e le dinamiche del debito a livello locale, e il ritmo delle riforme.

Riteniamo che una condizione essenziale per innescare il rally degli attivi dei mercati emergenti siano le aspettative di una crescita migliore rispetto ai mercati sviluppati in termini sia di PIL che di guadagni. Attualmente, come mostra il grafico qui sotto, il differenziale del PIL è diminuito toccando il livello più basso dell'ultimo decennio. Mentre la crescita dei mercati emergenti arranca, i mercati sviluppati hanno messo a segno una lenta, sebbene instabile, ripresa dalla crisi finanziaria mondiale.



La sfida dei rendimenti

Anche i dati sul ROE, una misura chiave per determinare il valore per gli azionisti, evidenziano come sia difficile la situazione sui ME. La redditività del capitale su questi mercati è attualmente inferiore a quella dei paesi sviluppati per la prima volta in 13 anni. La forte crescita della leva finanziaria ha rallentato il declino; è però difficile affermare che questa sia la situazione ideale, con il ricorso all'indebitamento sui mercati emergenti ai livelli massimi, in rapida ascesa rispetto al PIL dal 2008.

Nel periodo immediatamente successivo alla crisi finanziaria, i ME sono stati sostenuti dai consumi, ma i fattori più tradizionali come i prezzi delle materie prime e il percorso ascendente del dollaro USA influiscono attualmente sulla crescita. Il crollo del ROE dei mercati emergenti è legato a una riduzione dei margini, dovuta principalmente a un incremento del costo del lavoro e a un calo della produttività. La crescita della produttività nei mercati emergenti ha perso notevolmente terreno durante lo scorso decennio, mentre la crescita dei salari ha superato di gran lunga quella dei mercati sviluppati, riducendo il vantaggio competitivo offerto da un più basso costo del lavoro.

Se le azioni dei mercati emergenti non sono particolarmente convenienti dal punto di vista storico (in particolare alla luce delle pressioni di un previsto aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti e dall'attuale debolezza dei prezzi delle materie prime), lo sono invece rispetto a quelle dei mercati sviluppati (grafico sopra). I mercati emergenti offrono lo sconto più basso degli ultimi 10 anni rispetto all'indice MSCI World. Se ciò può rappresentare un certo incoraggiamento immediato per chi investe sui mercati emergenti, qualsiasi prospettiva di rally o crescita sostenuta sarà invece guidata da altri fattori di mercato e strutturali.

*Portfolio Strategist of the Active Emerging Markets Investment Team, SSGA

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