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Schroders rivede al ribasso le stime sulla crescita

3/7/2016

La Fed dovrebbe effettuare altri due rialzi di 25 punti base dei tassi quest'anno


Schroders ha tagliato le stime di crescita per il 2016 del Pil globale al 2,4% dal 2,6% precedente, a causa del rallentamento di Usa, Giappone e mercati emergenti. Anche le previsioni sull’inflazione nelle economie avanzate sono state ridotte per via del calo dei prezzi del petrolio, anche se l'asset manager britannico rileva che i prezzi al consumo nei mercati emergenti, tuttavia, risultano più elevati grazie al deprezzamento valutario e all’aumento dei tassi. Per quanto riguarda il 2017, le proiezioni di Schroders restano per un rafforzamento moderato della crescita dovuto a un’attività più stabile nei paesi emergenti.

Secondo Keith Wade, capo economista e strategist, la Fed dovrebbe effettuare due rialzi di 25 punti dei tassi nel 2016, a giugno e a dicembre, portando i Fed Funds all’1% entro la fine dell’anno. La Fed dovrebbe inoltre incrementare ulteriormente i tassi fino all’1,5% entro la fine del 2017, anche “se questo scenario è diventato meno probabile a causa del rallentamento dell’inflazione e dei timori per l’attività economica” spiega Wade. Il capo economista di Schroders ritiene che la ripresa nel Regno Unito continuerà, ma a un ritmo più moderato, a causa dell’incertezza causata dalla possibile Brexit e dalla ripresa delle misure di austerità.

Quanto all’Eurozona, Wade si aspetta che nel 2016 la ripresa continui, ma senza accelerare, in quanto i venti contrari e il contesto esterno continueranno a pesare sulla crescita. “L’inflazione – sottolinea Wade - tornerà in positivo quest’anno e accelererà moderatamente nel 2017. La Banca centrale europea taglierà ulteriormente il tasso sui depositi fino a -0,5% entro la fine dell’anno, livello che resterà invariato nel corso del 2017”.

Passando al Giappone, la crescita è prevista allo 0,8% per quest’anno (1,1% la stima precedente), mentre la proiezione sull’inflazione è stata tagliata allo 0,4%. La Bank of Japan, secondo Wade, risponderà con altri tagli dei tassi fino a -0,25% entro la fine del 2016. Nei paesi emergenti, i timori per la crescita della Cina persisteranno nei prossimi mesi e Wade si aspetta ulteriori sostegni fiscali e allentamenti della politica monetaria da parte della People’s Bank of China.

“In generale, i rischi – conclude Wade - restano schiacciati sulla deflazione a causa dei timori di un atterraggio brusco della Cina, di una guerra delle valute e di una recessione degli Usa. Il rischio che ulteriori rialzi dei tassi da parte della Fed provochino default generalizzati tra gli emergenti potrebbe spingere l’economia globale in direzione deflazionistica. Potrebbero poi concretizzarsi dei rischi legati all’inflazione in caso di aumento sostanziale dei salari negli Stati Uniti o di spinta globale verso la reflazione da parte dei policy maker. Infine, un potenziale accordo tra Arabia Saudita e Russia potrebbe limitare l’offerta di petrolio, causando un balzo dell’inflazione e colpendo la crescita”.

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