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BCE, i gestori si aspettano un Super Mario

3/9/2016 | Marcella Persola

Edmond de Rothschild AM, Fidelity, Mirabaud AM, Schroders e UBP hanno dichiarato di aspettarsi degli ulteriori interventi da parte della BCE


Sarà ancora Super Mario che annuncerà un QE più aggressivo? I gestori sembrano orientati verso il si. Per gli esperti il tema della bassa inflazione, in particolare il calo dell’inflazione core passata dall’1 allo 0,7% ha messo in allerta Francoforte e anche le ultime dichiarazione di Draghi che ha detto di non essere disposto ad “arrendersi” alla bassa inflazione porteranno il presidente della BCE ad annunciare per domani un QE più aggressivo.

 

“Ci aspettiamo che la Banca Centrale Europea (Bce) annuncerà misure significative in termini di allentamento quantitativo, tra cui un aumento di 10 miliardi di euro nel programma di acquisto di asset, un taglio di 10 punti base del tasso di deposito (negativo) ed eventuali ulteriori misure più a livello qualitativo. Tra queste potrebbe esserci l’eventuale estensione del piano di acquisti della Bce a titoli di debito quasi sovrano” ha sottolineato David Basola, responsabile per l’Italia di Mirabaud AM. “Sostanzialmente, una delle ragioni principali per cui riteniamo che la Bce agirà in tal senso è l’inflazione bassa. L’inflazione core è aumentata gradualmente l’anno scorso e gli ultimi dati relativi all’Indice dei Prezzi al Consumo hanno riportato un’inversione di gran parte dei guadagni registrati nel corso del 2015. Alla luce degli ultimi sviluppi, le più recenti previsioni dei funzionari della Bce probabilmente evidenzieranno che l’inflazione potrebbe rimanere bassa più a lungo” prosegue Basola.

 

Anche Eugene Philalithis e David Simner di Fidelity International prevedono che la BCE deciderà di intervenire nuovamente sulla politica monetaria e, non escludono un manovra particolarmente decisa.

 

In particolare Philalithis, Gestore di FF Global Multi Asset Income Fund e FF Euro Balanced Fund di Fidelity International ha commentato: “Dal momento che negli due ultimi mesi Mario Draghi ha più volte alimentato con le sue dichiarazioni le aspettative riguardo a ulteriori misure di stimolo da parte della Banca Centrale Europea (BCE), è probabile che nella riunione di marzo la BCE decida di intervenire nuovamente sulla politica monetaria. Con l’inflazione core che a febbraio si è fermata allo 0,7%, la BCE vorrà plausibilmente continuare a sostenere l'economia. Si potrebbe assistere ad un taglio di 10 punti base (pb) del tasso sui depositi, che arriverebbecosì a -0,4% e ciò lascerebbe comunque un margine per eventuali ulteriori misure, tra cui l’introduzione di tassi di interesse negativi con una struttura a livelli, sul modello di quanto fatto dalla Bank of Japan, o persino un rafforzamento del programma di acquisto di asset” . “Dopo un inizio d’anno difficile per le banche europee, mi aspetto inoltre che la BCE si schieri a difesa degli istituti di credito della regione, sottolineando come le banche di maggiore importanza sistemica abbiano già soddisfatto, se non addirittura superato, i rigorosi requisiti patrimoniali stabiliti dalle autorità di vigilanza” continua Philalithis.

 

Simner, invece, gestore di FF Euro Bond Fund e FF Euro Corporate Bond Fund di Fidelity International aggiunge: “Il mercato si attende un taglio di almeno 10 punti base dei tassi di deposito, ma vi sono pareri discordanti sulle altre misure che la BCE potrebbe adottare. Nonostante si sconti già un taglio di 11pb per giovedì (e un totale di 25 pb entro fine anno) non è a mio avviso da escludere un intervento più deciso. A livello macroeconomico, continuo ad essere piuttosto ottimista e quindi non ritengo necessario un intervento particolarmente deciso da parte della BCE, in una congiuntura finanziaria e monetaria già molto accomodante. Se da un lato è evidente che il mercato nutre elevate aspettative e che quindi difficilmente le decisioni del Consiglio direttivo riusciranno a generare autentico entusiasmo, è altresì probabile che il Consiglio si muova in modo da evitare una nuova ondata di vendite come quella innescata dalla riunione di dicembre” prosegue Simner.

 

Per Guillaume Rigeade, fund manager di Edmond de Rothschild Asset Management,il presidente della BCE Mario Draghi “potrebbe nascondere qualche asso della manica per la riunione di giovedì, considerando che Draghi ha già riconosciuto che le basse aspettative di inflazione, in gran parte dovuto al prezzo del petrolio così basso e le preoccupazioni per le difficoltà del settore bancario, potrebbero minare l'efficienza della politica monetaria. Come risultato, la BCE potrebbe rivelarsi particolarmente fantasiosa nel corso della riunione e svelare nuove misure, come o un massiccio calo dei tassi di riferimento oppure un sostegno mirato per le banche in modo da evitare nuovi tagli dei tassi di interesse” continua il fund manager di Edmond de Rothschild AM.

 

"La BCE può temporeggiare in marzo, con il rischio di impantanarsi nei dettagli di un lungo elenco di misure specifiche: taglio dei tassi sulle riserve e regolamentazione della loro soglia di attivazione, estensione delle durate e degli importi dei TLTRO, abbassamento della soglia di accettazione della qualità dei crediti e del livello di rendimento minimo, modifica della quota massima della BCE nelle emissioni obbligazionarie e acquisti mensili che si allontanerebbero dalla regola basata sulla composizione del capitale della banca centrale. Tutte queste misure, senz’altro utili ed efficaci a medio termine, non rappresentano una svolta netta rispetto alla strategia in atto dal 2011" precisa Patrice Gautry, capo economista di Union Bancaire Privée – UBP.

 

“Forse è arrivato il momento che le autorità di politica monetaria pensino a qualcosa fuori dagli schemi, se vogliono mantenere la propria credibilità” chiosa Keith Wade, Chief Economist & Strategist di Schroders che sottolinea come “Risposte di politica monetaria simili a quelle già date in passato, cioè tagli dei tassi o un’espansione del QE, potrebbero non produrre nel medio periodo risultati significativamente diversi da quelli osservati finora” . Il problema dell’inflazione è quello che tutti temono maggiormente. “Con l’inflazione, o l’assenza di essa, il meeting della Bce e le parole del presidente, Mario Draghi, saranno inevitabilmente un argomento chiave per gli investitori. Il mercato ha già soprannominato il presidente della Bce “Super Mario” dopo l’annuncio a sorpresa del programma di acquisto asset (QE) a gennaio 2015” conclude Wade.

Domani vedremo se effettivamente lo sarà nuovamente.

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