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Le decisioni della Bce e Fed lette dai gestori

3/17/2016

Non esiste più una politica monetaria indipendente. Le azioni di Fed, Bce e Bank of Japan sono correlate e stanno diventando sempre più politicizzate


Non esiste più una politica monetaria indipendente. Le azioni di Fed, Bce e Bank of Japan sembrano inestricabilmente correlate e stanno diventando sempre più politicizzate: affidarsi alla politica monetaria è ormai il principale e forse l'unico strumento di sostegno alla crescita oggi disponibile. Dopo le ulteriori misure annunciate da Mario Draghi (tassi a zero ed estensione del QE da 60 a 80 miliardi al mese), anche Janet Yellen ieri ha deciso di rinviare il prossimo rialzo dei tassi, facendo capire che la Fed procederà con cautela e che i rialzi nel 2016 saranno al massimo due.

"Le ultime notizie provenienti dalla Federal Reserve consolidano la realtà strutturale che continueremo a vivere in un mondo dominato dalle banche centrali. In molti avevano sperato di intravedere l’avvio di un lungo periodo di exit strategy, ma dobbiamo invece accettare il fatto che prosegue il dominio delle banche centrali e imparare ad adattarci alle condizioni di questa nuova normalità. Gli investitori devono essere ben consapevoli che con tassi d’interesse ancora bassi, e in alcuni casi persino negativi, esiste un potente impatto a lungo termine sulla valutazione di tutte le asset class rischiose" ha detto Salman Ahmed, capo degli strategist globali di Lombard Odier Investment Managers.

Gli fa eco Didier Saint-Georges, managing director e membro del comitato investimenti di Carmingnac. "La Fed – spiega - si trova in un vicolo cieco dal momento che nessuna politica monetaria disponibile è ottimale. Normalmente l'inflazione core degli Stati Uniti e i livelli di disoccupazione dovrebbero portare Janet Yellen a continuare la stretta sulla politica monetaria per non cadere dietro la curva. Ma i tempi non sono normali: l'economia americana sta iniziando a mostrare segni di rallentamento, rimane indebitata, fragile, in particolare per un dollaro più forte e una più debole economia cinese; le pressioni deflazionistiche globali rimangono forti".

I mercati, secondo Saint-Georges, "potrebbero ancora trovare qualche conforto nelle posizioni dovish della Fed, ma dovrebbero aprire gli occhi alla realtà economica retrostante". "I fatti solitamente contano più delle parole, ma non è il caso delle banche centrali in questa settimana" chiosa David Lafferty, chief market strategist di Natixis Global Asset Management, ricordando che la BoJ nel meeting di questa settimana ha mantenuto invariata la sua politica monetaria permettendo al mercato di digerire il passaggio a tassi negativi. "Kuroda ha lanciato un messaggio forte affermando che sono pronti per ulteriori stimoli. Questi possono avvenire attraverso un ulteriore taglio dei tassi di interesse o attraverso un aumento degli acquisti di titoli".

 

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