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La danza kabuki delle trimestrali USA

5/17/2016 | Jeffrey Ricker*

Nel corso degli ultimi anni, gli utili trimestrali dell'S&P 500 sono stati rivisti al ribasso secondo uno schema ricorrente che si è interrotto soltanto nei sei mesi passati.


Nel corso degli ultimi anni, gli utili trimestrali dell'S&P 500 sono stati rivisti al ribasso secondo uno schema ricorrente che si è interrotto soltanto nei sei mesi passati. In precedenza, nei 12 mesi prima dell'inizio di ciascun trimestre, le stime sugli utili venivano tipicamente tagliate del 6% . Poi, durante il trimestre di riferimento e subito prima della pubblicazione dei dati, si procedeva a un taglio ulteriore del 4%. Di conseguenza, quando le aziende annunciavano gli utili effettivi, c'era sempre una "sorpresa" positiva del +3% circa.

 

 

Questo schema ricorrente tra analisti e aziende ricorda una sorta di "danza kabuki" trimestrale. Nessuno vuole assistere a una sorpresa in negativo, perché questa metterebbe in imbarazzo gli analisti, i manager dell'azienda e gli azionisti. Meglio allora promettere poco e conseguire più del previsto. 

 

 

Nel quarto trimestre del 2015, il taglio del 5% durante il periodo è stato un po' più ampio del normale, e i mercati erano ben in attesa della solita "sorpresa". Una sorpresa che stavolta, però, non è arrivata. Nel primo trimestre del 2016 le stime sugli utili sono state tagliate più del consueto, in misura del 10% circa, soprattutto per quanto riguarda i settori energetico e finanziario, lasciando ampio spazio per un rialzo. Sinora, il 74% delle aziende ha pubblicato i report e gli utili effettivi sono stati superiori soltanto del 2,6% rispetto alle stime. In altre parole, gli utili sono tornati a sorprendere in positivo, ma soltanto perché erano stati tagliati drasticamente in prima battuta. 

 

 

Il primo trimestre è solitamente il peggiore, dal punto di vista stagionale, per gli utili aziendali e per l'economia degli USA. Nonostante i risultati deludenti nel primo trimestre, la primavera tipicamente rialza le speranze degli investitori, e sinora gli analisti sono ottimisti circa la possibilità di vedere rendimenti migliori nel prosieguo dell'anno.

 

*Jeffrey Ricker – Mellon Capital (Gruppo BNY Mellon)

 

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