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Italiani e francesi: i pessimisti d'Europa

5/24/2016 | Francesco D'Arco

A spaventare gli investitori l'instabilità economica  e la recente volatilità, percepita come "mai vista prima". Ecco perché oggi si preferisce il breve periodo.


Solo i francesi sono più pessimisti degli italiani. E a spaventare gli investitori l'instabilità economica  e la recente volatilità, percepita come "mai vista prima". Risultato: meglio guardare al breve periodo. È questa la fotografia che emerge dalla Global Investment Survey 2016, realizzata da Legg Mason Global Asset Management in 19 paesi e che ha raccolto i dati di oltre 5.000 investitori.

 

Dati alla mano solo il 55% degli investitori italiani si è dichiarato ottimista riguardo i propri investimenti nei prossimi 12 mesi: la più bassa percentuale tra i paesi europei dopo la Francia (51%), e un dato in forte calo rispetto all'edizione di un anno fa che vedeva il 63% degli italiani nel club degli ottimisti. Nettamente più positive le previsioni di paesi come la Svezia (73%), il Regno Unito (68%), Spagna e Germania (66%). 

 

I motivi di questo pessimismo? Il 42% degli investitori italiani vede l’instabilità economica globale come causa dei futuri scarsi rendimenti, mentre il 24% considera pericolosa l’instabilità economica della nostra nazione. L’86% degli investitori, inoltre, afferma che la recente volatilità sui mercati è qualcosa che non si era mai visto in precedenza. Ad impattare sulle decisioni di investimento del 55% degli italiani intervistati sono le misure prese dalle Banche Centrali sui tassi di interesse mentre il 45% si fa guidare da indicatori macroeconomici come PIL, salari, tasso di disoccupazione.

 

Parte da qui la scelta del 56% degli investitori italiani di essere più focalizzati su un orizzonte di breve periodo quando guarda ai ritorni. È la più alta percentuale in Europa (la media tra i paesi del nostro Continente è 39%) e a livello globale (33%). Più “attendisti” si dimostrano i Millennial italiani: il 68% è focalizzato sul lungo periodo, molto più di quanto lo siano i coetanei europei (62%) e globalmente (54%). Inoltre – a conferma di un atteggiamento tutt’altro che spregiudicato - il 79% degli investitori italiani ammette di avere un approccio conservativo quando investe e il 77% dichiara di essere più avverso al rischio rispetto a 12 mesi fa.

 

Perché investire dunque? Il 68% degli italiani afferma di volersi permettere un livello di vita agiato, il 53% punta a realizzare un tesoretto per quando andrà in pensione, il 48% vuole costruire un patrimonio da lasciare a figli ed eredi mentre il 25% afferma che tra gli obiettivi vi è quello di mettere da parte un capitale da investire per l’educazione dei propri figli; la percentuale riguardante quest’ultima voce è la più alta registrata tra i paesi europei (13% in UK e Svezia, 18% Germania, 19% Francia).

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