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Brexit: volatilità sulla sterlina, ma le Borse si raffreddano

6/17/2016

Per i bookmaker inglesi la percentuale di coloro che vogliono restare in Europa è decisamente più alta. L'omicidio della deputata laburista Jo Cox cambia le carte in tavola


Cresce la volatilità sui mercati valutari e sulle Borse europee all’avvicinarsi dello spettro della Brexit. Ieri l’uccisione della deputata laburista Jo Cox, sostenitrice della permanenza di Londra nella Ue, ha cambiato le carte in tavola nel dibattito politico, dopo che gli ultimi sondaggi davano in vantaggio i britannici favorevoli all’uscita della Gran Bretagna dalla Ue. Le Borse, compresa Piazza Affari, hanno chiuso in rialzo e si è allentata la tensione sullo spread tra i titoli periferici e il Bund, benchmark dell’Eurozona. L’indice VIX sulla sterlina inglese resta comunque a livelli d’allarme, dopo aver superato la soglia di 20 punti portandosi fino a 27,46, il picco più alto da inizio 2009 (subito dopo la crisi dei subprime), fa notare S&P Dow Jones Indices
 

Cosa accadrebbe in caso di Brexit? “La risposta immediata delle autorità europee è la chiave per contenere i danni in caso di Brexit. Senza dubbio, le banche centrali metteranno in atto qualunque misura fornendo tutta la liquidità necessaria. La reazione dei governi è, tuttavia, meno certa e potrebbe essere meno immediata. Il primo ministro David Cameron potrebbe dover rassegnare le dimissioni e non si può escludere la possibilità di nuove elezioni nel Regno Unito; ciò potrebbe rendere più complesse le negoziazioni con la Ue” si legge in una nota del team asset allocation di Candriam Investors, che prevede tre scenari, il primo positivo, il secondo in cui, dopo una fase di debolezza, si assiste a una nuova accelerazione dell’attività e i mercati si riprendono, e il terzo di una nuova recessione europea.

In caso di Brexit, le banche centrali di Stati Uniti, Europa e Giappone stanno cominciando a discutere di un'iniezione di liquidità concertata in dollari, secondo quanto riporta il quotidiano economico finanziario giapponese Nikkei. La Bce, la Federal Reserve e la BoJ potrebbero cioè creare un meccanismo di emergenza per rifornire il mercato di dollari in caso di tonfo della sterlina.
 

Ma quali sono le chance di una vittoria degli indipendentisti? Gli investitori,s fecondo molti esperti, dovrebbero guardare anche alle quote dei bookmaker oltre che ai sondaggi d’opinione. Mentre questi ultimi mostrano per entrambi gli schieramenti del “Remain” (restare nell’UE) e del “Leave” (lasciare l’UE) uno stacco molto ridotto, in cui la banda d’oscillazione rientra più che altro nel margine d’errore, le quote dei bookmaker evidenziano ormai da qualche tempo che una decisa maggioranza di scommettitori punta sulla vittoria del fronte favorevole a rimanere nell’Unione Europea. 


Ad esempio, mentre per il YouGov/Times il referendum vede attestarsi al 43% la percentuale del “Remain”, al 42% quella “Leave” e all’11% gli indecisi del “Non so”, le società che gestiscono le scommesse prevedono al 57% la percentuale del “Remain” e al 43% quella del “Leave”, con le migliori probabilità di vincita per coloro che puntano sul “Remain” che offrono un rendimento del 34% sulla scommessa mentre le migliori probabilità di vincita per chi punta sul “Leave” danno un rendimento del 250%.

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