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Gestore della settimana: "Vi spiego l'effetto Brexit sulle obbligazioni britanniche"

7/11/2016 | Tim Haywood*

In esclusiva su AdvisorOnline.it il commento del responsabile del team absolute return di GAM


I rendimenti dei titoli di Stato del Regno Unito sono cresciuti subito dopo l’esito del referendum sulla Brexit, sulla scia delle speculazioni riguardo ad un ulteriore allentamento monetario da parte della Banca d’Inghilterra. Dal nostro punto di vista, questo rappresenta un elemento in grado di accelerare la conclusione del rally del mercato obbligazionario.

La parte lunga della curva del mercato obbligazionario del Regno Unito si trova ad un punto estremamente singolare. Abbiamo appena assistito ad un doppio downgrade e l’inflazione, entro Natale di quest’anno, raggiungerà il 2%. Ci sono inoltre buone possibilità che, a un certo punto, nel corso del prossimo decennio, si registri uno shock inflativo, nonostante un rallentamento possa colpirci anche prima. Considerate queste previsioni, un rendimento dell’1,2% per un bond di 30 anni è un livello eccezionalmente basso.

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Ed è anche particolarmente basso se raffrontato con la maggior parte dei Paesi, che hanno rendimenti simili ma, o presentano dinamiche fiscali più favorevoli, oppure tassi di interesse inferiori. Come ha spiegato il Governatore delle Banca d’Inghilterra, i tassi di interesse di breve periodo potrebbero essere abbassati nel corso dell’estate con la possibilità di arrivare ad un contesto di tassi di interesse negativi nel Paese per un dato periodo di tempo. Tuttavia, mettendo tra parentesi l’outlook sui tassi di interesse di breve termine, la parte lunga della curva dei bond UK appare sopravvalutata alla luce delle dinamiche del debito.

Investitori stranieri potrebbero essere tentati dall’acquistare assets britannici o fornire investimenti esteri diretti. Stimeranno i rendimenti che potrebbero ottenere, combinati con le potenziali oscillazioni valutarie, in caso di posizioni unhedged, o i differenziali sui tassi di interesse, in caso di posizioni con copertura valutaria. Gli investitori necessitano di un margine di sicurezza che garantisca loro che non stanno semplicemente entrando nel debito del Paese all’1,2% per un Gilt trentennale.

Si dovrebbe avere una view piuttosto bullish sulla sterlina per pensare che questi rendimenti sommati al rischio valutario rappresentino un buon valore combinato. Perciò, in tempi di flussi significativi, assegniamo una probabilità ragionevole al fatto che i rendimenti tra i 5 e i 10 anni possano restare in una posizione simile a quella attuale, mentre i rendimenti a più lunga scadenza possano aumentare e quelli a più breve scadenza diminuire, muovendosi nella direzione di una svolta nella curva dei rendimenti UK.

*responsabile delle strategie Absolute Return di GAM
 

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